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Eh no! Presidente Renzi, stavolta è la Puglia a volere chiarezza

La Puglia, da tempo avamposto dell'intero Mezzogiorno d'Italia, è stanca di versare lacrime. E' stanca di celebrare funerali e dar vita a continue celebrazioni. E' stanca di ascoltare parole d'impegno "non mantenuto" e frasi di conforto nei momenti cruciali del dramma o della tragedia, salvo tornare nel limbo delle promesse suggestive, ad alimentare speranze e attese che spesso si perdono coi venti che l'attraversano.

Renzi treno
 

"Non ci fermeremo finché non sarà fatta chiarezza, luce sulla verità e siano individuate le responsabilità", ha detto a caldo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nell'esprimere il "cordoglio" per le vittime del disastro dei treni scontatisi frontalmente tra Andria e Corato.

Ma questa volta è la Puglia in primis a chiedere che sia fatta chiarezza. Perchè mai come stavolta la verità non è una soltanto, o meglio, ci sono più verità a far da corollario a quanto è accaduto, in una torrida mattinata di luglio, nella campagna della Murgia barese. E la ricerca dei responsabili, stavolta, non può e non deve trasformarsi nella caccia al "capro espiatorio".

Renzi scontro2
 

Anche perchè la cosa, è duro doverlo dire, non restituirà alla vita le vittime dello schianto improvviso, devastante e fatale dei "due trenini" su un binario unico. Eh sì, va detto anche questo: perchè in un Sud come il nostro, "dimenticato da Dio e dagli uomini", anche lo scontro frontale di due treni, con solo quattro carrozze ciascuno, diventa una tragedia di portata eccezionale.

Renzi scontropuglia
 

E mentre si piangono i morti nella disperazione del dolore, si confortano i feriti ancora increduli di essere sopravvissuti, ci si interroga su come possa essere accaduta una cosa simile con tecnologie all'avanguardia e treni di ultima generazione, e si aprono le indagini per cercare i colpevoli: ci si dimentica che il Paese tra i 7 più industrializzati della Terra, su una delle sue dorsali ferroviarie più importanti - l'Adriatica - ha ancora una strozzatura di circa 30 km. "a binario unico".

E se non bastasse, analisti e cronisti ci ricordano che l’Italia ne ha 15 mila di chilometri a binario unico e molti sono in mano a concessionari. Ma il sistema automatico di sicurezza è obbligatorio soltanto sulle tratte gestite direttamente dallo Stato.

Inondati dalle dirette televisive e dalle interviste tra i lettini d'ospedale, non si ha il tempo per ricordare che da tempo c'è chi lamenta le conseguenze delle restrizioni imposte dal Patto di Stabilità, che della firma al Patto per il Sud - annunciata proprio qui a Bari come "cosa fatta" e imminente - sembra se ne sia persa traccia. Che il raddoppio della tratta ferroviaria Bari-Napoli è tarato sui tempi lunghi della Salarno - Reggio Calabria.

E che il decisionismo accentrativo del Governo è vivace e proficuo quando si tratta di "energia, petrolio, trivelle e banche", mentre diventa balbettante e nebuloso, fino all'evanescenza, se deve affrontare di petto il nodo della strozzatura ferroviaria sull'Adriatica tra Lesina e Termoli. In altre parole, si ha l'impressione di essere di fronte a un rispetto delle competenze regionali e territoriali a corrente alternata.

sangueok
 

"Aiutati, che Dio t'aiuta" è diventata una sorta di "condanna sferzante e virtuosa" per la gente del Sud. Un mantra che ha donato forze insperate alla signora che, tra le lamiere e i brandelli delle vittime, ha tratto in salvo il marito dopo l'impatto. E che ha messo in moto la straordinaria prova di solidarietà in corso, per la donazione del sangue, affollando le salette ospedaliere - attrezzate per il caso - oltre ogni aspettativa: molto più che per l'annuncio di un'offerta speciale al Centro Commerciale di zona.

Caro presidente, la toccata e fuga di rito non va bene! Qui da noi - quando si decide di venirci a trovare - si resta a cena, si parla, si discute e si prova a raggiungere un accordo, che sia un buon risultato per tutti. Per una volta, proviamo a invertire il passo davvero: "Più calma in saluti e convenevoli, ma più rapidità nel mantenere concretamente le promesse".

Stavolta è la Puglia a chiederle: "Non fiori, ma opere di bene!"

(gelormini@affaritaliani.it)

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