FdL, Renzi resta sul generico
Campionaria subito affollata
di Antonio V. Gelormini
C'era attesa per l'intervento di Matteo Renzi all'inaugurazione della 78° Campionaria della Fiera del Levante a Bari. La netta sensazione, avvalorata dal riscontro di applausi poco entusiasti e piuttosto di rito, è stata quella di un discorso prudente e alquanto generico. Efficace nell'eloquio, ma poco o affatto incisivo sul fronte degli impegni concreti in funzione delle numerose problematiche sul tappeto pugliese.
Più che al Mezzogiorno, eterno "punto di partenza" dell'azione di Governo, l'attenzione è sembrata più concentrata alla Russia, "che non è importante solo per il nostro fabbisogno energetico", al Medio Oriente e ai genocidi in Iraq e Siria, e all'Europa incapace ancora di un ruolo internazionale adeguato. Tanto che alla fine l'annosa e tanto vituperata 'questione meridionale' ha lasciato il posto a una più stimolante 'questione europea' ben più impellente, data anche la presidenza italiana in corso.
"Quello del Presidente Renzi è stato un intervento volto a imprimere un'iniezione di fiducia rispetto alle sfide che attendono il Paese", ha detto a caldo Guglielmo Minervini presente in sala insieme a tutta la Giunta regionale.

"Fa bene a farlo, perché l'Italia ha bisogno di credere di più nelle proprie capacità", ha poi aggiunto. "Tuttavia colpisce che abbia parlato poco del Mezzogiorno e della Puglia e in modo affrettato di Tap. La nostra non è una regione del no, ma un Sud con la schiena dritta che non si fa più passare le decisioni sulla propria testa. Non siamo una terra col cappello in mano in attesa che dentro ci mettano qualsiasi cosa".
"Il nostro territorio abbiamo imparato a renderlo una risorsa. Accogliamo tutto - ha concluso Minervini - purchè non distrugga lo svilupppo che stiamo costruendo. Abbiamo troppe ferite del passato. La Puglia è una terra che ha imparato a decidere e che vuole continuarlo a farlo soprattutto su questioni come queste".
Più critico Luigi d'Ambrosio Lettieri, capogruppo FI 12^ Commissioe Senato e coordinatore FI Bari: "Perché l'Italia possa tornare ad essere concretamente - e non solo nelle belle intenzioni - portatrice sana (per usare le stesse parole di Renzi) di bellezza e civiltà, ci vuole ben altro che il vuoto pneumatico del discorso pronunciato alla cerimonia inaugurale della Fiera del Levante dal presidente del Consiglio".

"Invece che spogliarsi della propaganda - prosegue Lettieri - il capo del governo è venuto a Bari a sgranare l'ennesimo rosario della lezioncina sull'orgoglio nazionale, di cui non si è visto traccia sinora né sul piano della politica interna, tantomeno su quella estera. Dove l'autorevolezza del governo italiano è stata purtroppo latitante nella vicenda legata alla sorte dei nostri Marò, come nel contrasto ad una politica di austerità, che sta affossando le nostre imprese, le nostre famiglie, i nostri lavoratori".
"Le risposte alla domanda di interventi urgenti per il lavoro, lo sviluppo, la sicurezza non stanno, purtroppo, dentro il discorso di Renzi. Ma si leggono tutte negli indicatori economici che dall'occupazione al Pil disegnano un pollice verso".
"Pollice verso anche sul Mezzogiorno in relazione al quale il premier ha preferito glissare, invece che assumersi responsabilità indicando interventi strategici da realizzare, come fece Fitto da ministro per la coesione territoriale nel piano per il Sud".

Sembra aver rinfosderato la spada il presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna, che alla vigilia aveva sventolato - con garbo istituzionale - la lettera scritta insieme ai sindaci e al Comitato "No Trivelle nell'Adriatico" da consegnare al Presidente del Consiglio: "Nell’intervento del presidente Renzi, ho colto l’orgoglio forte di rappresentare in Europa una grande realtà come l’Italia".
"Mi ha colpito la sua consapevolezza – che condivido, ha aggiunto Introna - di un’Italia ricca di straordinarie potenzialità culturali e di eccezionali energie umane. La ‘bellezza’ di questo Paese è una risorsa e lo sono anche i ‘cervelli’. Ha detto bene: la scuola non è solo una priorità, ‘è la priorità’, perché i giovani sono il futuro. Una generazione colta, di ragazze e ragazzi attivi, intelligenti, preparati, potrà interpretare al meglio, se giustamente motivata, la sfida per far tornare l’Italia a crescere, a vincere la sfida del futuro, a rappresentare un modello, un punto di riferimento per un’Europa di nuovo al centro della politica internazionale”.
Almeno dal primo commento sembrerebbe scomparso ogni riferimento alla stessa lettera, alla sua consegna, nonchè al tema che lo vede protagonista istituzionale e territoriale nella difesa del bene comune "mare".
(gelormini@affaritaliani.it)
Articolo in fase di completamento
I discorsi della cerimonia d'apertura della 78° Campionaria della Fiera del Levante:
FdL. Il discorso di Ugo Patroni Griffi