FI, parla Vitali: “Non sono un invasore, Fitto faccia la sua lista”
Bari – “Devo smentire le voci secondo le quali Silvio Berlusconi sarà presente all'appuntamento organizzato a Bari da Raffaele Fitto”, mette subito in chiaro Gino Vitali, serrando i ranghi in vista della kermesse di domenica in favore di Francesco Schittulli. Il commissario forzista inviato dall’ex Cavaliere stringe i bulloni delle alleanze, chiede agli alfaniani di formalizzare in tempi brevi anche le intese sulle Comunali e annuncia le dimissioni dallo scranno di consigliere comunale a Francavilla, per dedicarsi interamente al partito. In un lungo corpo a corpo con i Ricostruttori fittiani che non accenna a placarsi.
Allora commissario, alla Convention di domenica, la sedia di Raffaele Fitto resterà vuota ma per il 15 l’ex Ministro ha convocato un’altra manifestazione con “il popolo di Forza Italia”, come si legge nel comunicato…
“Sono molto contento e soddisfatto della decisione di Fitto e mi auguro che sia la prima di una lunga serie di manifestazioni a sostegno del candidato Schittulli e del centrodestra tutto. In compenso, credo sia meglio definire la sua una manifestazione di eletti ed iscritti a Forza Italia e non del partito, dal momento che quelle ufficiali sono un’altra cosa e si organizzano d’intesa e sotto l’egida del commissario regionale, che attualmente in Puglia sono io”.

Dopo l’incontro con i consiglieri regionali era stato lapidario: “Gli assenti hanno rinunciato alla candidatura”. Nelle ultime ore, invece, la linea è parsa più morbida.
“Ho detto che gli assenti hanno perso una grande occasione per chiedere la candidatura e che per loro si pone un problema politico - perché non si diserta così una riunione convocata dal commissario - e di educazione, perché – se impossibilitati – sarebbe stata buona norma avvisare dell’impedimento. Ora, al netto del consigliere Mazzei che ha oltrepassato i limiti della dialettica e non sarà certamente ricandidato, sta a loro trovare soluzione al problema creato”.
La accusano di cercare il casus belli, come nel caso degli sms inviati ai consiglieri regionali prima della manifestazione romana dei Ricostruttori.
“Non è affatto così: appena arrivato ho detto ai coordinatori che volevo lavorare con loro e si sono dimessi in blocco, ho chiesto più volte al capogruppo Zullo una riunione con il gruppo e non me lo ha consentito, ho inviato personalmente degli sms ai consiglieri e non si sono presentati in sette. Finora sono io ad aver ricevuto porte in faccia: se fossi venuto con l’intenzione di tagliare teste, mi sarei comportato diversamente”.

Le si contestano, però, metodi imperiosi, accompagnati ad una legittimazione “fumosa”. L’ultimo statuto in vigore del partito risale a prima del Pdl, era il 1998.
“È l’unico statuto in vigore ed è lo stesso grazie al quale Fitto siede nell’ufficio di presidenza, lo stesso con il quale sono stati nominati Fitto, Amoruso, Distaso e Mazzaracchio prima di me. Non sono un invasore ma non mi si può neppure dire di non essere legittimato, né mi pare che Fitto abbia posto il problema quando è stato lui a beneficiare di questo sistema”.
Per uscire dall’impasse, Rocco Palese aveva proposto: “Tutti i parlamentari e il commissario Vitali siano in lista alle regionali. Così potremo verificare il gradimento degli elettori” ma senza ottenere risposta. Si candiderebbe in prima persona?
“Mi sono sempre candidato in vita mia e lo farei anche questa volta, se non stessi svolgendo un mestiere diverso, che mi impegna ogni giorno a girare la Puglia, incontrare militanti e dirigenti. Ho trovato un partito disastrato a livello organizzativo e i miei obiettivi ora sono: indicare un nuovo organigramma, aprire le sedi del partito dove non ci sono e allestire liste competitive per far vincere il centrodestra. E poi ho dimostrato che, anche da non candidato, sono rimasto al mio posto e ho fatto la campagna elettorale per le Politiche, prima, e per le Europee, poi, portando 3mila voti a Raffaele Fitto solo nella mia città.

A proposito di liste, l’ipotesi di una lista “fittiana” alle elezioni non sembra al momento percorribile. A voler sintetizzare, il discorso dei “dissidenti” è: se non ci si riconosce agibilità politica nel partito, poi non ci si possono neppure chiedere i voti…
“Mi verrebbe quasi da dire che pretendo una lista da Fitto, come ha fatto nel 2005 e per Rocco Palese, nel 2010. Un leader deve dimostrare di fare qualcosa in più di un semplice militante: lo faccia e prenda un voto in più della lista di FI con la sua, non avrò problemi a riconoscerglielo. Per il resto, ho detto che candiderò chi lavora per Forza Italia e con Forza Italia, rispettando le regole: chi attacca il partito e non ne riconosce il commissario si pone al di fuori di quelle regole. Non ci sono due “Forza Italia”, anzi le dico di più.
Prego.
“Non solo questa dialettica ci farà bene ma se Raffaele Fitto, domenica 15, inviterà anche me come commissario del partito alla manifestazione in Fiera del Levante, ci sarò”.
(a.bucci1@libero.it)