Il fuoco della tradizione
Accende la voglia di Salento
Il fuoco buono della Puglia ha acceso il Salento, bruciando luminoso, nella notte più bella dell'inverno del Sud.

La Focara di Novoli, simbolo del Salento contadino, ha brillato di colori unici e scintillanti, accesa dai fuochi artificiali che hanno dato vita alle fiamme della natura, incendiando 80mila fascine di tralci di vite secchi sapientemente adagiate dalle mani devote dei novolesi, dando forma all'orgoglio più grande di intere generazioni.
Un falò che ha fatto da sfondo al susseguirsi di immagini dei contadini che costruiscono, che per mesi plasmano il grande falò, tra musiche e suoni che hanno toccato il cuore dei più, contornate dal commento, rigorosamente in dialetto locale, di chi a quel falò ha dedicato gli inverni di tutta la vita.
A conferma di una tradizione secolare che rimane ancorata alla storia contadina, al piccolo grande sapere della terra, incurante del moderno che pian piano cerca di farsi strada. 25 metri d'altezza e 20 di diametro per una maestosità interamente dedicata a Sant'Antonio Abate, che incarna insieme la forza della fede e l'inno alla vita attraverso il fuoco buono e augurale.
A fare da cornice la musica e l'arte, contorni armoniosi di un tripudio di luci e colori, pronto a narrare, anche quest'anno, uno dei capitoli più belli della storia salentina.
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Pubblicati in precedenza: Fòcara di Novoli, accensione mozzafiato Fuoco, acrobazie e effetti speciali
La 'fòcara' di Novoli (Le) L'intervista a Kounellis
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