Campagne elettorali
Il manifesto multilingue
In poco tempo i migranti sono diventati una risorsa importante per molte città. Molti di essi assistono gli anziani, lavorano nelle campagne, aiutano nelle case.
Di contro, li si conosce ancora troppo poco, spesso a malapena si riesce a pronunciarne i nomi. Si sa che spesso vivono l’esperienza dello sfruttamento, del lavoro nero, della vita in case malandate e, nonostante questa consapevolezza, si fa ancora poco o nulla per aiutarli.
Tante, per fortuna, le iniziative promosse per lottare contro lo sfruttamento nei campi e contro i vergognosi "ghetti", o per organizzare "settimane interculturali". Tanti lo hanno fatto in silenzio, spesso nella quotidianità del poco tempo libero a disposizione.
Per questo fa ben sperare e conquista le colonne della cronaca la campagna elettorale in un centro del Subappennino Dauno, che "cambia lingua" e propone il manifesto sulle tematiche dei "migranti" in rumeno, albanese e russo, oltre l'italiano: le quattro lingue più conosciute nella locale comunità di "nuovi cittadini".
Spesso durante le elezioni i migranti sono oggetto di brutte operazioni elettorali. Non di rado sono considerati solo un bacino di voti, da conquistare con qualche promessa o magari con qualche elemosina. Il nuovo tipo di attenzione fa ben sperare che la pratica possa trasformarsi in modello e innescare l'auspicato processo virtuoso, capace di declinare - anche attraverso la comunicazione elettorale - il concreto approccio all'integrazione.
