Pesce d'Aprile a Leucaspide

A marzo del 1892, mio marito, Lina ed io siamo andati a Leucaspide. Volevo farle vedere quel paese meraviglioso e far conoscere al vecchio amico di tre generazioni la quarta. Lei era presa dallo stesso mio desiderio di partecipare ad uno scavo (archeologico).
Quindi il primo Aprile Sir James ha ordinato di seppellire un vaso rotto trovato qualche tempo prima in un antico scavo. Prima del pranzo Lina è entrata scarmigliata e accaldata, ma trionfante, con il suo vaso. Grande è stato la sua delusione quando ha sentito gridare: “Pesce d’Aprile” (April Fish), la versione italiana dell’ “April fool”.
L’Arcivescovo venne una sera a cena ed era molto interessato alla giovane e carina ragazza cattolica inglese. A cena sui nostri piatti abbiamo trovato i seguenti versi, scritti dal nipote di Lacaita, il quale, oltre a dare consigli preziosi al cuoco, ha celebrato la sua opera in rima.
“Dell’Arcivescovo per la presenza
Sconvolta s’è del cuoco la sapienza
Si ch’egli fra confuso e preoccupato
Il pranzo come segue m’ha dettato:
Ostriche fresche serviran d’invito
Ai cari convitati all’appetito;
Una leggiera zuppa alla Reale,
Una Spinola in bianco e un Fritto misto
Brio metteranno in ogni commensale.
D’un Gallo d’India seguirà l’arrosto
Con Verde ad insalata intorno posto;
E sarà dato a raddolcirvi un poco
Di Ricotta un soufflé montato al fuoco;
E completare la minuta tutta
Quagliato vi sarà, Formaggio e Frutta.”