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Bari – Nemmeno l’ultimo pressing è servito a farlo capitolare: "Quando Fitto, da deputato in carica, chiese di candidarsi alle Europee, il partito gli concesse questa chance superando le perplessità di molti. Ora Fitto ricambi con generosità", aveva mandato a dire all’ex Ministro di Maglie, Altero Matteoli, ribadendo la tesi delle scorse settimane e incoronandolo quale miglior nome spendibile, nonostante il no secco della scorsa settimana. Il risultato è una dura lettera con la quale l’eurodeputato salentino prova a chiudere il muro contro muro con la Capitale, indirizzata direttamente a Silvio Berlusconi.

Pressing dalla Capitale, Fitto: “Non sarò io il candidato”/ “Gazebo il primo febbraio ed Election day”/ Regionali, è guerra di posizione.

“Ho il dovere – una volta per tutte – di ribadire pubblicamente quello che ti ho già più volte spiegato in privato: la mia ricandidatura in Puglia non c’è e non ci sarà. Dunque, perché continuare con balletti senza costrutto? Piuttosto, anziché fare esercizi tattici nei miei confronti, insieme ai tuoi così saggi consiglieri faresti meglio a considerare un fatto nuovo, che porta ulteriore acqua al mulino delle mie tesi. In base all’election day appena deciso, le elezioni regionali non si terranno a marzo, bensì a maggio, due mesi più avanti”, rinvia all’ex Cavaliere, sulla scorta di un virgolettato sul “Giornale” – “tuttora non smentito, e quindi credibile”- che ne riferiva l’assenso all’operazione pugliese. La strada resta quella delle primarie, per non farsi mettere nell’angolo e stringere nella morsa delle urne, un treno ad alta velocità che corre con la sala macchine vuota e che Fitto non ha alcuna intenzione di farsi intestare, tantomeno ora che controlla quasi la metà dei gruppi parlamentari azzurri. Gazebo da montare a febbraio, dunque, “a meno che non si preferisca seguire la strada fallimentare già scelta in Emilia e Calabria: arrivare in ritardo con candidature decise in una stanza, annunciate via comunicato stampa”. E con l’aggravante di essere calate dall’alto.

Stesso rischio che sa di poter correre Francesco Schittulli, silenzioso dopo riflessione sulla consultazione popolare fuori tempo massimo ma i cui transfughi a Palazzo di Città – Smaldone, Sisto e Maurodinoia - mandano in fibrillazione il centrosinistra. Tanto che il ventilato passaggio in maggioranza degli stessi ha indotto Sel all’ennesima ammonizione formale al primo cittadino: “La ‘buona’ politica del centrosinistra non si fa cooptando i dirigenti e i pezzi organizzati della destra, anche quando questo è a costo zero”, scriveva in mattinata Losappio.

Fitto non fa nomi: “Schittulli? Meglio le Primarie”/ Schittulli: “Primarie? Non c’è più tempo da perdere”/

Per Fitto, però, è diverso e, mentre Matteo Salvini lancia il simbolo giallo e azzurro con il quale la Lega sbarcherà al Sud e Donna Adriana Poli Bortone apre a progetti condivisi, l’oppositore del Tacco fa la voce grossa con il leader forzista: “Non posso privarmi (e privarti) del piacere e della responsabilità di contribuire (ovviamente senza ruoli e senza nomine, ma attraverso l’iniziativa politica) al rilancio nazionale del centrodestra italiano”, scrive all’inquilino di Palazzo Grazioli, precisando di non volersi iscrivere “né a Forza Matteo 1 (Renzi) né a Forza Matteo 2 (Salvini), ognuno dei quali – peraltro – fa benissimo il proprio mestiere”. Poi affonda il colpo: “Siamo noi che non lo facciamo più”.

(a.bucci1@libero.it)

 

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