Regionali, Ncd al bivio. Ferrarese: “Costituente e poi alleanza Pd”
Bari – L’accelerazione definitiva sulle alleanze potrebbe arrivare già nelle prossime ore, insieme a tumulti e scossoni in entrambe le metà campo, e il coordinatore salentino degli alfaniani non ne fa mistero: “Ormai siamo ad un bivio. Dobbiamo decidere se realizzare immediatamente la Costituente popolare e continuare - anche nelle regioni che vanno al voto - lo schema laboratorio con il quale governeremo il Paese fino a fine legislatura. Oppure chiudere ovunque un accordo organico con Forza Italia e quindi con la Lega di Salvini. Io sono per la prima ipotesi”, scopre le carte Massimo Ferrarese, che con questo progetto siede ai tavoli romani con Gaetano Quaglieriello e gli altri leader del partito, proponendo formalmente un accordo quadro con il Pd. Anche extra Puglia.
I vertici nella Capitale degli scorsi giorni hanno sgombrato il campo dagli equivoci e il ragionamento degli uomini dell’ex Presidente della Provincia di Brindisi è netto: Matteo Renzi e Angelino Alfano guardano insieme al 2018 e non si può più parlare di un esecutivo di emergenza. Tanto vale prenderne atto sul piano locale, a partire dalla prossima scadenza elettorale e passando dal rassemblement con scudocrociato, montiani e Popolari. Una road map per nulla anomala, se si conta il voto favorevole accordato dall’Udc alla legge sulle stabilizzazioni di Nichi Vendola e l’astensione di Ncd sul provvedimento, di fatto disarmando l’opposizione.
“Non solo la ritengo la migliore per il nostro sud, ma anche la più coerente. Siamo moderati, non possiamo fare un discorso con chi è schiacciato a destra”, spiega Ferrarese, già al timone del tandem di centrosinistra da inquilino di Palazzo de Leo e tutt’ora in maggioranza con i dem Mimmo Consales ed Maurizio Bruno, suo successore in fascia blu. Va da sé che il cambio di rotta sulla scelta di campo sia materia troppo delicata da chiudersi con il pallottoliere a colpi di delegati, visto il rischio incombente che l’elettorato più destrorso ed ex aennino resti disorientato e che la componente vicina al senatore Azzollini, pronto da tempo a convergere su Francesco Schittulli, possa arrivare allo strappo. Magari chiedendo asilo nelle stesse liste dell’oncologo gravinese, qualora designato.
Tra le fila forziste, Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto hanno sotterrato l’ascia di guerra e siglato la pax azzurra: al primo pieno mandato per trattate sul Patto con il premier, al secondo un ruolo di rilievo nel rilancio del partito: “Sono molto soddisfatto”, ha chiuso l’ex Ministro di Maglie l’ufficio di presidenza, escludendo di prendere in prima persona le redini. Che si vada verso il serrare i ranghi anche nel Tacco, chiedendo a Nino Marmo un passo di lato in favore del presidente Lilt? Il condizionale è d’obbligo ma, se l’uomo di Arcore ha chiuso all’ex delfino Alfano, non sbatterebbe certo la porta ad eventuali scontenti Ncd in coalizione e la stessa proposta dell’andriese di gazebo il 14 dicembre non ha riscosso particolare entusiasmo…
(a.bucci1@libero.it)