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Ripresa, l'Italia gira pagina. Pil verso il tasso europeo di crescita

Nello specifico, l'edilizia residenziale ha fatto segnare una variazione negativa del 31,6% (-31,7 miliardi). Pesanti anche le cadute subite dal settore informatico, con una riduzione pari a -30,1 per cento (-1,9 miliardi), da quello degli impianti e dei macchinari (che non include i mezzi di trasporto, i computer/hardware e le telecomunicazioni), che ha registrato una variazione negativa del 29,3 per cento (-25,4 miliardi), e dei software, che presentano una flessione del 10,8 per cento (-2,4 miliardi). Diversamente, le uniche tipologie di investimenti che non hanno risentito della crisi sono state quelle riconducibili alla ricerca e allo sviluppo (+8,1%) e alle telecomunicazioni (+10,6%). Se nel primo caso l'aumento in termini assoluti e' stato pari a 1,5 miliardi di euro, nel secondo caso la variazione positiva e' stata di 598 milioni di euro.

L'Amministrazione pubblica e' il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha tagliato di piu'. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2014, la contrazione in termini reali degli investimenti nella Pa e' stata del 30,8%. Seguono le famiglie consumatrici (-29,9%), le imprese (29,5%) e le societa' finanziarie (-23,3 per cento). Se analizziamo quanto e' successo negli ultimi decenni, spiega la Cgia, ci accorgiamo che l'ammontare complessivo degli investimenti fissi lordi dell'anno scorso (259,1 miliardi di euro) e' quasi lo stesso che avevamo nel 1995 (264,3 miliardi di euro). In buona sostanza siamo ritornati allo stesso livello di 20 anni fa. In prospettiva, pero', le cose sembrano destinate a migliorare.

Secondo quanto riportato nel Def 2015, quest'anno dovremmo registrare una crescita del +1,1%, nel 2016 del +2,1%, nel 2017 del +2,3%. "Gli investimenti - sottolinea Paolo Zabeo della Cgia - sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualita' dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo paese non ha futuro. Ricordo, altresi', che le imprese contribuiscono per oltre il 60% del totale nazionale degli investimenti. Queste ultime, pertanto, saranno chiamate a giocare un ruolo determinante. Per fare cio', il sistema creditizio, anche alla luce delle operazioni Tltro e Quantitative easing, dovra' sostenere le imprese con nuova liquidita': altrimenti, con quali risorse gli imprenditori potranno rilanciare gli investimenti"· Nonostante le difficolta', il sistema Paese evidenzia i primi segnali di ripresa. Sebbene le variazioni siano ancora molto contenute, dall'inizio di quest'anno quasi tutti gli indicatori sono preceduti dal segno positivo. "Un segnale che ci consente di affermare con molta probabilita' che il peggio sia ormai alle nostre spalle", dice Zabeo.