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Roma
Centrale Latte, lo yogurt di Roma si produce a Caserta: 160 posti a rischio

Centrale del Latte di Roma, i francesi di Parmalat usano il pugno duro: dopo 3 mesi di proroga della raccolta e trasformazione del latte dell'Agro romano, dal primo aprile i contratti avranno cadenza mensile e nel frattempo nello stabilimento di Casal Monastero non esce più lo yogurt. Quello col marchio “Centrale del Latte di Roma, si produce a Caserta o nella pianura padana.

E sembra che una delle poche aziende “sostanzialmente” controllate dal Comune e che garantisce utili, non sia in cima ai pensieri del Campidoglio, visto che l'unico contatto ufficiale tra Parmalat e Comune risale al 31 dicembre. Da allora silenzio e i dipendenti, dopo mesi di pazienza, da stamane sono riuniti in assemblea per decidere un'azione di forza: andare in massa a manifestare sotto la statua di Giulio Cesare o attuare una serie di scioperi.

I francesi di Lactalis vendono cara la pelle

La storia infinta del brand più caro ai romani sembra avviarsi all'epilogo senza mai arrivarci. Con una sentenza di Cassazione che obbliga la Parmalat a restituire il 75% delle azioni e 65 mln di dividendi al Comune di Roma, i francesi del Gruppo Lactalis sembrano intenzionati a vendere cara la pelle. E il Campidoglio tace, in attesa di capire se e come gestire la patata bollente di un'azienda fiore all'occhiello di Roma e che impiega 160 persone alle quali va aggiunto l'indotto dei produttori di latte.

Il Campidoglio tace: nessun incontro da dicembre

Il prossimo 31 marzo scade il contrato trimestrale e Lactalis ha deciso di procedere per rinnovi mensili almeno sino a quando il Campidoglio – ormai azionista di maggioranza – non metterà sul tavolo la proposta per gestire lo stabilimento. Nel frattempo si procede alla cieca. Dimezzata la raccolta e la produzione di latte, tutti i derivati della trasformazione sono comunque disponibili sul mercato della piccola e grande distribuzione ma a prezzi in crescita costante e prodotti lontano da Roma. “Come se stessero cannibalizzano il marchio Centrale – commentano le organizzazioni sindacali – visto che i francesi la partita della proprietà l'hanno persa mandano il marchio fuori mercato per spingere i loro prodotti. Così resterà poco e niente”.

Santori: "Il Governo commissari Gualtieri per tutelare un brand dell'agroalimentare"

“Mesi di immobilismo da parte di Gualtieri e della sua Giunta rischiano di fare perdere a Roma la grande occasione di riprendersi la gestione della Centrale – osserva il capogruppo della Lega, Fabrizio Santori. Non solo il Comune non ha un'idea su come gestire il futuro dell'impianto ma sembra che la sorte dei lavoratori non stai a cuore a nessuno. A questo punto credo sia opportuno che il Governo nomini al più presto un commissario straordinario che metta ordine nei rapporti coni francesi, garantisca la produzione e il lavoro e che decida se far gestire direttamente dal Comune l'impianto oppure aprirlo tramite una gara, mantenendo la proprietà e il controllo. Ogni giorno che passa il marchio storico di Roma perde valore”.

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