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Roma
Stadio Roma, l'ex M5S Grancio rivela: "De Vito ambiguo, il progetto è morto"

Nuovo stadio della Roma, l'arresto di De Vito, le dimissioni della Raggi e le dichiarazioni "patetiche" di Luigi Di Maio. L'ex grillina ribella Cristina Grancio scatenata: "Marcello De Vito sempre ambiguo sul progetto. Questa sarà la pietra tombale dello stadio".

 

Espulsa dall'M5S proprio perché contraria al progetto di Tor di Valle, la pentastellata dissidente, oggi nel gruppo misto del Campidoglio, si prende la propria rivincita nel giorno dell'arresto del presidente del consiglio comunale: "L'arresto? Non sono stupita perché De Vito aveva ai miei occhi un atteggiamento ambiguo sul nuovo stadio della Roma –ha affermato la Grancio ai microfoni di Radio Cusano Campus - Non si capiva se fosse a favore o contro, anche durante le riunioni di maggioranza. Probabilmente questa situazione chiarisce la sua ambiguità”. 

“Io ho sempre messo in guardia la sindaca Raggi, ma anche Fraccaro e Bonafede, i due delegati di Luigi Di Maio - ha proseguito la Grancio - Di Maio ora rilascia queste dichiarazioni patetiche ma lui, attraverso i suoi due delegati, c’è stato in questa situazione dello stadio. Hanno partecipato alle riunioni di maggioranza, hanno ascoltato le problematiche che c’erano eppure sono andati avanti come treni. Secondo me le cause sono l’impreparazione dal punto di vista urbanistico, dal punto di vista politico e anche personale. Hanno avuto un’arroganza e una supponenza che non vanno bene se si vuole fare questa professione”. 

Roma; arresto De Vito, Cristina Grancio: “Ora capisco perché De Vito ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo sullo stadio. Di Maio ora rilascia dichiarazioni patetiche, ma lui conosceva la situazione. Nonostante conoscessero le problematiche legate allo stadio sono andati avanti come treni con arroganza e supponenza. Questa vicenda sarà la pietra tombale sul progetto stadio. Non vedo alcuna riflessione da parte della Raggi, chiedere le sue dimissioni è un dovere nei confronti della città. Gli elettori del M5S si sentiranno traditi, come mi sono sentita io quando mi sono ritrovata in questa situazione in cui io cercavo di far aprire gli occhi ai miei compagni e invece venivo additata e messa in una situazione di mobbing” Cristina Grancio, consigliera del Comune di Roma, che era stata espulsa dal Movimento 5 Stelle per aver avanzato dubbi sul progetto legato al nuovo stadio della Roma, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Sull’arresto di Marcello De Vito. “Non sono stupita perché De Vito aveva ai miei occhi un atteggiamento ambiguo sul nuovo stadio della Roma –ha affermato Grancio-. Non si capiva se fosse a favore o contro, anche durante le riunioni di maggioranza. Probabilmente questa situazione chiarisce la sua ambiguità”. 

Quindi la "profezia" dell'ex grillina, che pronostica il naufragio del progetto e la vittoria del fronte del no: “Questa vicenda sarà la pietra tombale sul progetto stadio varato dalla giunta Raggi – ha dichiarato Grancio - Insieme a Fassina ho presentato una mese fa una delibera di annullamento in autotutela, proprio legata a tutte le illegittimità che ha sempre riscontrato il tavolo dell’urbanistica che poi è stato falcidiato. Proprio in questi giorni questa delibera sta iniziando il suo iter nei due municipi dove cadrà la variante urbanistica, cioè il nono e l’undicesimo. Quindi mi aspetto che questa delibera passi e sia appoggiata, perché non avrebbe senso proseguire con lo stadio dopo queste vicende”. Poche o nulle le conseguenze invece, ben meno catastrofiche, sulla giunta Raggi, che Grancio assicura: "Credo che loro continueranno ad andare avanti alla cieca, non vedo né la capacità di capire quello che gli sta succedendo, né l’umiltà di fermarsi - conclude - Mi sembra che, salvo il fatto di tuonare giustamente contro la posizione di De Vito, non ci sia un minimo di riflessione sull’iter dello stadio della Roma che a questo punto si porta dietro anche altre situazioni urbanistiche, che sono quelle che conoscevamo e avremmo dovuto affrontare entrando in Campidoglio".

 

 

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