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Roma
Tutti i segreti per far conoscere il proprio brand: il libro di Riccardo Urso

Quando facciamo un acquisto, scegliamo un marchio e un prodotto siamo convinti di agire in forza di una nostra libera valutazione. Ed invece non sembra essere così perché le scelte dei consumatori potrebbero non essere dettate dal libero arbitrio ma da ben precise reazioni chimiche del cervello non direttamente controllabili dall’essere umano.

Se veramente le cose stanno così, come la scienza sembra voler confermare, le aziende saranno costrette a rivedere su basi scientifiche le azioni per posizionarsi e conquistare il mercato. La questione è stata affrontata ieri a Roma al Senato della Repubblica, durante la presentazione del volume di Riccardo Urso “Cambia la percezione del tuo Brand”, edito da Libri d’Impresa.

Urso, ritenuto uno dei maggiori esperti europei della materia, lavora che grandi gruppi industriali, i quali sanno da sempre che la questione del posizionamento non è da poco e nel libro viene spiegato senza ricorrere a paroloni come funziona la mente del consumatore e quali sono gli errori da evitare se si vuole vedere il proprio “marchio” nella classifica alta del mercato.

Spesso si investono capitali cospicui per il proprio brand, ma se non si seguono criteri scientifici che agiscano sulla mente del consumatore si rischia di sprecare risorse. E questo ben lo sanno un po’ tutti gli imprenditori che pur avendo impegnato molti euro nelle campagne per conquistare il cuore dei clienti, in realtà non hanno ottenuto poi i risultati sperati. Bisogna attrezzarsi diversamente, dunque, e quello presentato ieri al Senato certamente diverrà la “Bibbia” degli imprenditori soprattutto di quelli piccoli e medi, i quali dovrebbero avere il libro di Urso sotto il cuscino e leggerlo con attenzione tutti i giorni per elaborare le proprie strategie di mercato.

Le scelte dei consumatori

Secondo Urso “nel grande universo del marketing oggi si parla tanto di posizionamento o di percezione del brand; tuttavia, questi aspetti sono raramente trattati con approccio scientifico. Eppure, il fenomeno dell’entanglement mette in dubbio le scelte che milioni di consumatori fanno ogni giorno. Scelte che potrebbero non essere dettate dal libero arbitrio, ma da reazioni chimiche del cervello non direttamente controllabili dall’essere umano, perché causate da fenomeni fisici”

Urso non ha dubbi: “Sono stati compiuti enormi passi in avanti nello studio percettivo della realtà da parte dell’essere umano, ed è emerso chiaramente come il nostro cervello percepisca le cose in modo diverso, sulla base di una soggettiva creazione e concezione della realtà”. A moderare il dibattito c’era Emilio Carelli ora parlamentare ma soprattutto giornalista di lungo corso che si è spesso confrontato con le problematiche della comunicazione e che dunque conosce bene il problema. La senatrice Daniela Sbrollini ha voluto rimarcare come il volume presentato non è solo di aiuto agli imprenditori ma certamente anche a tutti coloro che vogliono riscoprire il senso delle proprie emozioni, fonte di energia costante del nostro operare.

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