Decreto Sostegni Ter: interviene Confindustria Lecce
Il Decreto Sostegni ter non imprime una svolta risolutiva al contenimento dell'aumento straordinario dei costi energetici, pur prevedendo l’annullamento temporaneo degli oneri generali di sistema, l’introduzione di un credito d’imposta a favore delle imprese energivore e un’azione a carattere emergenziale sull’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili.
Per far fronte alla perdurante emergenza pandemica introduce sostegni a favore di quei soggetti maggiormente colpiti dalle nuove restrizioni, con particolare riferimento ai comparti turistico, dei trasporti e della cultura. Il decreto interviene anche sul capitolo degli appalti pubblici e della cessione di crediti agevolativi. In questo ultimo ambito, però, il tentativo di contrastare le frodi nel settore, con la limitazione della facoltà di cedere i crediti d’imposta oggetto delle misure contenute nel cosiddetto Decreto Rilancio del 2020 (tra cui Superbonus, bonus ristrutturazioni, efficienza energetica, sisma bonus), si traduce in una vera e propria mannaia per il comparto edile che sembrava finalmente essere tornato su sentieri di crescita promettenti. Il rischio è lo stop del PIL, dei posti di lavoro, delle ristrutturazioni, della transizione energetica.
La modifica contenuta nell'articolo 28 del provvedimento è pertanto del tutto inaccettabile e porterà certamente effetti disastrosi per le nostre piccole e medie imprese. Il decreto cambia nuovamente le regole sui "bonus" obbligando, già dal prossimo 7 febbraio, chi detiene un credito d'imposta derivante dalle agevolazioni per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche degli immobili, a non poterlo cedere più di una volta.
Questo renderà difficoltoso per le imprese avviare i nuovi cantieri in programmazione ma, anche, concludere quelli già avviati. L'auspicio, come richiesto da più parti ai nostri parlamentari, è che si elimini in fase di conversione in legge la norma che vieta ulteriori cessioni del credito oltre la prima, oppure si correrà davvero il rischio di bloccare il rilancio dell’edilizia con gravi effetti sulle aziende della filiera e dell'indotto, nonché con il conseguente crollo dei posti di lavoro nei comparti interessati.
A ben riflettere tale misura colpisce settori già fiaccati dall’aumento dei prezzi, dalla carenza di materiali e dal costo dell’energia; interrompere il volano economico prodotto dall'edilizia genererà effetti negativi anche sul piano della transizione ecologica ed energetica.
Il meccanismo della cessione del credito per le piccole e medie imprese ha senso solo se il bonus ricevuto nel proprio cassetto fiscale potrà essere ceduto ad un soggetto finanziario rendendolo immediatamente liquido. Il cambio delle regole in corsa non favorisce le imprese che sulla certezza di poter cedere senza limiti il proprio credito hanno stipulato contratti, acquistato materiali, assunto manodopera. Bloccare adesso il circolo virtuoso creatosi, fatto salvo, naturalmente, l’interesse di tutti ad estirpare qualsivoglia sistema illegale, lucroso e scorretto con pene severe e controlli puntuali, significa togliere definitivamente ossigeno all’intero settore e vanificare quanto di positivo fatto fino ad ora in edilizia.
Roberto Marti
Presidente
Piccola Industria Confindustria Lecce
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