Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
SCIENZA E LIBERA INFORMAZIONE, SPAZIO, RICERCA, PROGETTI EU-CARAIBI
Paolo Nespoli, ex astronauta ESA, European Space Agency, ad evento UGIS

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: che differenza c’è fra comunicatori e giornalisti in Europa? Luisella Mura

Risposta: solo in Italia si sta cercando di uniformare la figura dei cosiddetti “comunicatori” con quella dei giornalisti, ma negli altri Stati europei è ben chiaro che chi comunica e non è giornalista professionista, persona che informa, che non fa marketing, né profilazione di utenti  e dunque è tenuto anche ad una etica deontologica e ad un metodo di indagine nel suo lavoro, oggettivo, super partes, il giornalista non è una figura professionale uguale a quella di un “comunicatore” ovvero a persone che fanno altro lavoro e che non hanno lauree specifiche e formazione riconosciuta dall’ordine dei giornalisti. In Italia si sta facendo ciò solo per ridurre gli importi dei contratti ai giornalisti (es. contratto ARAN) e solo per togliere o addirittura azzerare la presenza di giornalisti professionisti, soprattutto nella pubblica amministrazione, molto probabilmente perché un giornalista professionista “disturba” chi, soprattutto nel settore pubblico vuole solo che siano comunicati dati comunicati dai poteri forti e non controllati, confutati e/o controllati in modo super partes da professionisti. La Commissione europea ha ribadito che invece servono i giornalisti professionisti, che possano dare  informazioni corrette ai destinatari, cittadini che hanno tutto il diritto di essere correttamente informati da professionisti giornalisti non tesserati e non piegati ai poteri della politica. Se ne è parlato al corso di formazione  di UGIS intitolato “La deontologia nell’informazione scientifica: comunicare il mondo della ricerca nelle notizie” realizzato di recente presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in cui si è sottolineato il ruolo fondamentale del giornalista. Inoltre in un incontro aperto anche al pubblico  intitolato “Salute, clima, spazio: etica per un mondo di notizie responsabili” tenutosi presso il rinnovato Spazio XNL di Piacenza esperti internazionali hanno evidenziato i dati più aggiornati e la necessità di una informazione etica e corretta condivisa. In particolare Paolo Nespoli (ex astronauta ESA – European Space Agency ed ingegnere), Carlo Barbante (direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR e referente per l'Italia del Progetto Ice Memory) e Giuseppe Remuzzi (direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS) hanno relazionato con dovizia di dati nei settori di loro pertinenza. Unione Giornalisti Italiani Scientifici negli ultimi anni ha portato avanti con vari Ordini regionali dei Giornalisti corsi di formazione ai colleghi su deontologia e argomenti scientifici e anche con EUSJA, l’associazione europea dei giornalisti che nel 2023 rieleggerà il suo board venendo a Milano in delegazione. L’aggiornamento professionale è infatti indispensabile di fronte al cambiamento continuo della professione, non solo per i giornalisti specializzati, ma per tutti coloro che nelle redazioni si trovano ad occuparsi di notizie di scienza per cronaca o approfondimenti. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha integrato nell’autunno 2020 l’art. 6 del “Testo Unico dei Doveri del Giornalista” con le indicazioni elaborate nel Manifesto di Piacenza UGIS pubblicato nel 2018 con la preziosa collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia- Romagna, cui sono seguiti due anni di laboratorio sperimentale formativo. La Commissione europea per i giornalisti ha attivato diverse misure a supporto quali  il programma europeo denominato Youth4Regions a favore di giovani aspiranti giornalisti che offre l’opportunità di visitare le istituzioni europee per fare formazione; il premio europeo  Megalizzi – Niedzielski sempre per aspiranti giornalisti; cofinanzia inoltre un “meccanismo di risposta rapida europeo” guidato dal ‘Centro europeo per la libertà di stampa e dei media’ con sede a Lipsia, Germania, che offre sostegno finalizzato ad ottenere difesa legale e pareri giuridici, sostegno di emergenza (ad esempio copertura di spese di viaggio, spese familiari e sostegno psicologico), mette a disposizione alloggi temporanei. C’è poi il supporto della Commissione europea al giornalismo investigativo, a partenariati per progetti giornalistici collaborativi, il “piano d'azione per la democrazia europea”, che rientra in un più ampio impegno dell'Unione Europea a sostegno della libertà e del pluralismo dei media, così come il Forum europeo dei mezzi di informazione. Si segnala un'iniziativa europea riguardante le misure atte a proteggere i giornalisti e i difensori dei diritti dall' abuso del contenzioso (azione legale strategica tesa a bloccare la partecipazione pubblica - SLAPP), oltre al fatto che nel 2022 la Commissione europea per salvaguardare la libertà e indipendenza dei media ha presentato la proposta legislativa “European Media Freedom Act”. Si segnala che è aperto un bando della Direzione generale della Comunicazione (DGCOMM) del Parlamento europeo –nuova gara nell'ambito del “programma europeo di sovvenzioni per i media”, per sensibilizzare i cittadini sul ruolo e sui valori democratici dell'UE in vista delle elezioni europee del 2024.

Domanda: ci sono progetti europei innovativi su Spazio,  su radiocarbonio e su fusione nucleare? Paolo Vittadini

Risposta: sì. Se ne è parlato a Piacenza in una  due giorni organizzata da UGIS con il supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano in cui scienziati ed esperti di portata internazionale, con all’attivo importanti pubblicazioni scientifiche e progetti di ricerca innovativi, hanno presentato studi, ricadute sociali e mediatiche su temi attuali e multidisciplinari come le malattie oncologiche, la datazione al radiocarbonio negli studi sull’evoluzione umana, le nuove ricerche sul nucleare, l’intelligenza artificiale, gli studi su fibra di carbonio, le nuove tecnologie satellitari. “Quando la biologia incontra la fisica in oncologia si riescono a sviluppare progetti innovativi come l’ERC che stiamo portando avanti con il mio team per i tumori duttali”, ha detto il prof. Giorgio Scita, che dirige all'IFOM, Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare, l'unità di ricerca Meccanismi di migrazione delle cellule tumorali, ed è professore ordinario al dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano.“Un salto nel nostro passato evolutivo utilizzando l’orologio atomico per eccellenza: Il radiocarbonio” è stato invece l’argomento trattato da Sahra Talamo, professore ordinario al dipartimento di chimica “G. Ciamician” dell’Università degli Studi di Bologna, che, con il suo team, studia l’evoluzione umana e dal 2020 dirige il laboratorio di radiocarbonio 'BRAVHO;  ed è vincitrice di un ERC starting grant in corso intitolato “Resolution” che si basa sul ritrovamento di foreste fossili ed effettua studi di isotopi cosmogenici per un “nuovo orologio” legato all’analisi dell’evoluzione umana. Sulla fusione come  energia per un futuro sostenibile ha parlato Piero Martin, professore ordinario al dipartimento di Fisica ed Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università degli Studi di Padova,  Chief Physicist dell’esperimento DTT, innovativo dispositivo ed impianto con oltre 600 milioni di investimento, 250 milioni di EIB e ha illustrato diversi progetti di ricerca internazionali tra cui quelli in atto a Frascati e nel mondo.

Domanda: ci sono nuovi progetti europei su molecole innovative? Carlo Fusema

Risposta: sì.  Capire come funziona una specifica molecola durante processi biologici complessi è una delle sfide della ricerca biomedica, nonostante i notevoli avanzamenti della conoscenza nel campo delle biotecnologie in anni recenti. Le segnalo un nuovo importante progetto UE, iSenseDNA, che si concentra sullo sviluppo di una tecnologia per identificare che cosa significa un cambiamento della struttura di una molecola per la sua funzione. I ricercatori del team di iSenseDNA vogliono sviluppare una tecnologia che leghi i cambiamenti nella struttura della biomolecola alla sua funzione durante processi dinamici complessi in tempo reale. A oggi, ci sono tecniche per studiare la funzione di una molecola durante un processo biologico e ci sono tecniche per studiare la struttura dettagliata di molecole. Ma nessuno riesce, su larga scala, a connettere struttura e funzione. Questo rende difficile, per esempio, predire quali cambiamenti strutturali siano necessari per migliorare lo sviluppo di farmaci. Le segnalo che è stato presentato di recente a Milano un nuovo farmaco per il settore oncoematologico da Beigene, realtà che ha dodici anni di attività, tre farmaci approvati e undici molecole nuove sviluppate. Si tratta di un settore in continua evoluzione.

Domanda: ci sono bandi aperti europei per  cofinanziare studi nel settore energia? Marco Sartirio

Risposta: sì, ce ne sono diversi, Le segnalo ad esempio un bando gestito da   CINEA, l’Agenzia esecutiva per il clima, le infrastrutture e l’ambiente, che cofinanzia studi preparatori per sviluppare e identificare progetti transfrontalieri relativi alle energie rinnovabili (CB RES, ovvero cross-border projects in the field of renewable energy) nel quadro del Meccanismo per collegare l'Europa – Energia. Il bando ha un importo totale di un milione di euro e scade al 10 gennaio 2023.

Domanda: è vero che ci sono dei fondi europei per chi realizza dei progetti nei Caraibi? Ludovica Grandi

Risposta: sì. E’ aperto ad esempio un bando europeo che cofinanzia progetti atti a migliorare la protezione e l’inclusione dei gruppi emarginati e vulnerabili nei paesi dei Caraibi destinatari (comunità LGBTI, persone con disabilità, compresi i bambini con bisogni speciali); vittime/sopravvissuti a violenza di genere nelle sfere pubblica e privata, sul posto di lavoro e online; vittime/sopravvissuti a violenza domestica, a sfruttamento sessuale e ad abusi in particolare i bambini; giovani a rischio; persone colpite a disordini nell’uso di sostanze, persone senza dimora. Beneficiari del bando sono realtà che lavorino in Stati quaii Antigua e Barbuda, Barbados, Dominica, Grenada, San Cristoforo e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e le Grenadine o altri Paesi dell’Accordo di partenariato (APE) CARIFORUM. Il contributo comunitario per i progetti che saranno approvati può coprire fino al 95 per cento delle spese ammissibili del singolo progetto per un massimo di 450mila euro. Non saranno presi in considerazione progetti che richiedano un contributo inferiore a 300mila euro. Si può fare domanda entro il 10 gennaio 2023.

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