Il Sociale
Moda unita contro il lavoro minorile
Norges "richiama" i big del fashion
Lotta allo sfruttamento della manodopera minorile. In campo, coinvolti dal fondo sovrano norvegese (Norges Bank), ci sono H&M, North Face, Wrangler e i proprietari di Gucci e Saint Laurent (gruppo Kering) e altri famosi brand della moda e dell’abbigliamento che insieme contano su un valore stimato attorno ai 244 miliardi di dollari.
Il fondo più ricco al mondo, si legge su www.pambianconews.com, ha sottoscritto un’intesa con l'Unicef per creare una rete mondiale con l’obiettivo di premere sulle grandi aziende del fashion sensibilizzandole e invitandole a “smettere di sfruttare il lavoro minorile specie nei Paesi poveri del cosiddetto Terzo mondo”, come ha spiegato Carine Smith Inehacho, responsabile del Fondo per la strategia globale di investimenti.
Nelle aziende interessate, il fondo è presente in modo massiccio con i suoi investimenti, motivo per cui il pressing potrebbe funzionare.
La prima fase del progetto prevede l’attuazione di una serie di inchieste per capire cosa va cambiato nella vita dei bambini e degli adolescenti che lavorano per i grandi brand di moda. Solo in un secondo tempo si passerà all’azione. Si calcola che nel mondo almeno 250 milioni di bimbi e adolescenti minorenni siano vittime dello sfruttamento e del lavoro in condizioni disumane e con retribuzioni irrisorie.