Allegri 2, la vendetta su nonno B. si gusta meglio fredda
Di Pietro Mancini
Max Allegri, con signorilità, da vero conte, non lo ha ammesso, ma la vittoria bianconera del Meazza è stata, soprattutto, la sua rivincita, di uomo e di tecnico, contro Berlusconi, che non ha mai amato il livornese, nonostante lo scudetto vinto e i risultati, positivi, ottenuti, sulla panchina del Milan, con discreti giocatori, ma senza campioni alla Tevez, che fu cercato, invano, da Galliani. E la vendetta, si sa, è un piatto, che si gusta meglio freddo. E, per quegli strani incroci, non insoliti nel calcio, Massimiliano si è confermato, a S.Siro, allenatore da top-team, dimostrando di non meritare i fischi, ingenerosi, dei fans milanisti (eccellente la coreografia della curva). E ha "bocciato", come tecnico, Inzaghi, di cui aveva troncato la carriera di bomber, con una decisione, che Pippo non ha mai perdonato al successore di Antonio, Conte. Superando l'esame del "Meazza", se non in...Allegria, in scioltezza, la Juventus non si nasconde nella sfida-scudetto con la Roma. Mentre il Milan di Inzaghi dovrà superare altre prove, per riuscire a dimostrare che l'ultimo "annus horribilis" è alle spalle. E, paradossalmente, Pippo, che è stato un grande attaccante, a cui i tifosi chiedono ancora i goal, ha perso la sfida, giocandola, prima dell'ingresso di Torres, fuori condizione, preoccupandosi di contenere gli Allegri's boys, con una squadra imbottita di centrocampisti e priva di un centravanti di ruolo. E la Juventus, con Tevez, ha imposto la dura legge del goal, dopo aver dominato i rossoneri, scesi in campo, eccessivamente, timorosi della superiorità dei Campioni d'Italia.