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Andrea Agnelli lascia la Juventus? Il bilancio della sua gestione del club
Andrea Agnelli consola Claudio Marchisio dopo la finale persa nel 2017 contro un Real Madrid davvero troppo forte (Lapresse)

NOTTI DI PASSIONE CON CR7

Più che la Supercoppa persa, pesa la delusione per la Champions League sfumata ai quarti contro il Real Madrid, nella famosa notte del “bidone al posto del cuore” denunciato da Gigi Buffon. La Juve ribalta la sconfitta dell’andata portandosi sullo 0-3, ma a tempo scaduto un discusso rigore di Cristiano Ronaldo fa sfumare i sogni. Si tratta di una vera e propria svolta, perché da lì a poco Buffon partirà per il PSG, mentre CR7 – applaudito a Torino dopo la splendida rovesciata dell’andata – a sorpresa è il colpo del mercato estivo dei bianconeri, che per lui spendono la bellezza di 100 milioni di euro. Il ritorno di Bonucci, in tutto questo, passa un po’ inosservato. Ancora meno rumore fanno quelli di Kean e Leonardo Spinazzola, prodotti del vivaio che erano stati mandati mandati in giro per l’Italia. 
Il secondo “all-in”, dopo quello per Higuain, apre una spaccatura in seno alla società. Marotta ed Allegri sono convinti che Ronaldo non sia sufficiente per colmare il gap con le big d’Europa, Agnelli sì ed essendo lui il capo è il d.g. a farsi da parte, lasciando il posto a Fabio Paratici e passando nel dicembre successivo ai rivali storici dell’Inter. Allegri invece rimane, ma il suo rapporto con la Juve in pratica finisce dopo l’eliminazione ai quarti di Champions contro l’Ajax, nella quale CR7 pare dargli del “cagòn”. Nonostante un altro Scudetto e un’altra Supercoppa, a fine stagione è divorzio, anche se il rapporto tra Andrea è l’allenatore toscano rimane ottimo. 

LE METEORE SARRI E PIRLO
 
La società decide quindi di puntare su Maurizio Sarri, reduce da eccellenti stagioni con Napoli e Chelsea, ma il progetto di una squadra vincente e divertente riesce solo in minima parte. Il ritorno di Buffon e gli arrivi di Matthijs De Ligt, Danilo, Aaron Ramsey e Adrien Rabiot portano il nono Scudetto consecutivo, ma in Champions il bilancio è ancora molto deludente, vista l’eliminazione ai quarti da parte del Lione. Finalista sconfitto anche in Supercoppa e Coppa Italia, Sarri viene frettolosamente messo alla porta e al suo posto arriva Pirlo, che solo pochi giorni prima era stato presentato come tecnico dell’Under 23. Al suo esordio assoluto in panchina, l’ex regista non va oltre il quarto posto in campionato, entrando in Champions solo grazie al generoso rigore concesso a Cuadrado contro l’Inter degli ex Conte e Marotta, già campione d’Italia. 

IL FRUTTO DELLE SCELTE

I successi in Coppa Italia e Supercoppa non compensano affatto la rabbia per l’ennesima scialba eliminazione ai quarti di finale di Champions, stavolta contro il Porto. A nulla vale la doppietta di Federico Chiesa, nettamente il miglior acquisto dell’anno, che però corona la sua stagione col trionfo agli Europei insieme a Giorgio Chiellini e Bonucci. Decisamente diverse le considerazioni da fare su un altro protagonista azzurro, Spinazzola, ceduto alla Roma dopo una sola presenza in Champions (prestazione peraltro stratosferica, contro l’Atletico Madrid). Oltre a Ciro Immobile, nell’era di Andrea la Juve ha lasciato andare via Angelo Ogbonna e Mattia Caldara, passando per alcune meteore come Hernanes, Roberto Pereyra, Benedikt Höwedes e Arthur.
Altrettanta perplessità suscitano i recentissimi rientri dai prestiti di Mattia Perin, De Sciglio e Pjaca, che dimostrano la difficoltà della Juve a vendere. Viene invece ricomprato Kean, a una cifra più alta di quella di cessione, mentre non vanno in porto il ritorno di Miralem Pjanic e l’ingaggio di Mauro Icardi. E' piuttosto curioso il caso dell’argentino Cristian Romero, preso dal Genoa, prestato agli stessi liguri e poi all’Atalanta, riscattato dai bergamaschi per 16 milioni e contestualmente rivenduto al Tottenham per 50! Forse però su questa operazione bisognerebbe chiedere conto a Paratici, passato proprio agli “Spurs” dopo l’ultima fallimentare stagione della Juve, che ovviamente è costata il posto anche a Pirlo

IL NUOVO CORSO, SENZA CR7

La nuova società vede al timone Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini, con Agnelli reduce da un altro passaggio tormentato, quello della Superlega, sul quale probabilmente ancora non è stata detta l’ultima parola. È questa la Juve che torna ad affidarsi ad Allegri, terzo allenatore in tre anni, e dalla quale si è bruscamente accomiatato Cristiano Ronaldo. Gli aspetti economici della vicenda non sono secondari: da un lato c’è la minusvalenza, ma dall’altro c’è il risparmio di un anno del suo pesantissimo ingaggio. Certamente, però, agli occhi dei tifosi pesano di più quelli sportivi: se fosse arrivata la tanto agognata Champions League, oggi faremmo discorsi decisamente diversi.

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