Frattura alla mano e mea culpa di Cassano: "E' stata colpa mia se non ho avuto una carriera migliore"

Frattura del secondo metacarpo della mano destra. E' l'esito degli esami ai quali e' stato sottoposto Antonio Cassano. Il calciatore, infatti, secondo quanto informa l'Inter, ha eseguito gli accertamenti strumentali che si sono resi necessari in seguito a una caduta verificatasi durante la partitella finale nel corso dell'allenamento. Stagione finita anzitempo e niente sfida con l'Udinese a San Siro.
Proprio nelle scorse ore Fant'Antonio si era confessato recitando il mea culpa. "E' stata colpa mia se non ho avuto una carriera migliore. Pensavo che con la sola qualità si andasse avanti. Ho giocato in grandi squadre, ma ho fatto sempre poco. Ho fatto più casini della grandine. Il 99 per cento delle volte ho sbagliato io, però gli altri mi mettevano nelle condizioni di sbagliare. Passavo dalla ragione al torto in un attimo".
Il ricordo del suo ictus che ha messo in forse la carriera e la salute: "Nel tragitto verso l'ospedale, quando ho avuto l'ictus, non essendo credente ho pensato: se c'è qualcuno, fa che possa rivedere mio figlio. Ho preso paura, ma non della morte, era paura di non rivedere mio figlio". Sulla moglie: "Era più matta di me: faceva tre allenamenti al giorno e guadagnava 200 euro. A un certo punto le ho detto: il pane a casa lo porto io, tu pensa a fare la moglie di Antonio". Infine: "Ai miei figli dico che la cosa più importante è non fare calcio. Questo calcio mi ha stancato, troppa gente finta, troppi mister leccaculo".
La famiglia: "Mia madre è stata il punto di riferimento della mia vita. Fino a 17 anni, quando sono andato a giocare a calcio da professionista, non ho mai rubato pur essendo vissuto in un ambiente particolare. Mi ha messo sulla via giusta. Mio padre? Mi è mancato zero".