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CERCI "HO REALIZZATO SOGNO DA BAMBINO" - Prima convocazione con la maglia azzurra per Alessio Cerci in vista del doppio impegno che vedra' l'Italia impegnata in amichevole giovedi' contro il Brasile a Ginevra, e poi a Malta, in un match valevole per il girone di qualificazione ai mondiali del 2014. "Si e' parlato molto nell'ultimo periodo della mia convocazione in Nazionale ma io ho sempre pensato solo a lavorare - ha raccontato il calciatore del Torino -. Ringrazio mister Prandelli per aver reso possibile realizzare il sogno che coltivavo da bambino, ovvero quello di vestire un giorno la maglia azzurra. Ora che sono qui devo pensare a lavorare e conquistare con quello che faro' sul campo, la riconferma da parte del ct".

"Il 50% di questa convocazione e' merito di mister Ventura - ha riconosciuto Cerci -. Lui sa come prendermi, e sa come adattare il suo gioco alle mie caratteristiche. Abbiamo un rapporto padre-figlio, ci parliamo spesso, ci confrontiamo, abbiamo fatto un gran lavoro di testa insieme. E' un punto di riferimento imprescindibile per me. Non sono un cattivo ragazzo, sono un tipo semplice. Spesso mi hanno messo un'etichetta addosso, dette tante cose false. Il tempo per le cavolate e' finito, bisogna pensare in grande e porsi grandi obiettivi. Ora non posso piu' sbagliare, le cose fatte in passato rappresentano solo quello che voglio lasciarmi alle spalle".

"Il Torino mi ha permesso di essere qui, non credo ad un mio ritorno alla Fiorentina la prossima estate, per varie cose che non mi va di elencare - ha aggiunto Alessio Cerci -. Non sento di aver fallito a Firenze perche' se uno guarda i miei numeri, non penso di aver fatto cosi' male, anzi ritengo di aver fatto bene nei due anni peggiori della storia viola recente. Il mio rapporto con la citta' e' stato rovinato soprattutto da chi circondava l'ambiente, dai giornalisti che mi hanno messo addosso un'etichetta sbagliata e quindi il mio rapporto si e' incrinato".

"Non ho mai fatto niente di cosi' scandaloso .- ha ribadito Cerci -. Voglio pero' finirla con le polemiche, sono contento che la Fiorentina stia facendo bene anche senza di me, ora l'obiettivo e' conquistare la salvezza con il Torino, ma guardando piu' in la' e' normale che uno ambisca, soprattutto, ad essere stabilmente in Nazionale e poi anche ad un grande club. Bisogna sempre ambire in grande. Spero un giorno di poter giocare per una grande squadra e giocarmi le mie possibilita', misurarmi con grandi giocatori. Io in campo con El Shaarawy e Balotelli? Perche' no? Sono giocatori fantastici, ce ne sono pochi di ragazzi cosi' forti a quell'eta'". Tornando al futuro Cerci apre una porta ad un suo ritorno in giallorosso. "Una parte del mio cuore e' rimasta a Roma perche' la Roma fa parte della mia vita calcistica, ed e' anche grazie a persone che mi hanno allenato nel settore giovanile giallorosso se ho realizzato oggi il sogno di essere qui. Sarebbe bello un giorno tornare a giocare nella Roma perche' e' la mia squadra del cuore, anche se non reputo restare al Torino qualcosa di diminutivo, perche' la piazza ha avuto, e mi auguro torni ad avere presto, una storia importante e poi i tifosi granata mi hanno dato tanto". "Totti? Di lui ho una enorme stima perche' a parte essere un grande campione, visto quanti gol ha fatto, e' una grandissima persona. Lo ricordo come una persona umile e sincera, come pochi ne ho conosciuti nel mondo del calcio. Il capitano e' un simbolo soprattutto come uomo, e poi viene anche il campione sul campo".

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PRANDELLI "SI' AI BLOCCHI" E 'APRE' A TOTTI - Nel primo giorno in azzurro di Alessio Cerci, il ct Cesare Prandelli si gode il 'blocco' di Juventus e Milan, si aspetta una conferma da Balotelli e 'apre' a Francesco Totti ("se un mese prima dei Mondiali sta in queste condizioni va preso in considerazione"). Dibattuto tra la vocazione etica della sua Nazionale ("il nostro comportamento in campo continua a essere fondamentale per tanti motivi") e italici scenari nostrani ("questo clima di campionato non mi piace, Conte ha ragione, ci sono situazioni esasperate e violente"), Prandelli ha dato il via da Coverciano al raduno in preparazione della doppia sfida di giovedi' a Ginevra (contro il Brasile in amichevole) e di martedi' 26 marzo a Malta (per le qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA). "Affrontare il Brasile - spiega Prandelli - e' sempre una grande emozione, ma non vorrei che questa tensione ci facesse perdere di vista la gara contro Malta, che per noi rappresenta il match piu' importante". Nonostante luci e flash abbaglianti puntati sulla presentazione della nuova maglia per la Confederations Cup, a Coverciano cio' che continua a far discutere sono i limiti e i mali inguaribili del calcio italiano. A un giornalista brasiliano che chiede se in Italia la sfida contro i carioca sia sentita con gioia, Prandelli risponde: "Noi le feste le facciamo dopo aver vinto. A tutti piacerebbe affrontare il Brasile con gioia e serenita' pero' sappiamo che non e' affatto cosi'". Se non si festeggia, sembrano esserci validi motivi. "C'e' una linea sottile tra 'esultanza' e il mancare di rispetto all'avversario - spiega Prandelli -. Insomma ci sono tante situazioni che possono anche spingere un allenatore a lavorare all'estero. Quando parli con i nostri colleghi che allenano fuori dall'Italia, tutti loro rimarcano che certi problemi all'estero non esistono, le partite finiscono li', sul campo. Nel nostro campionato non siamo ancora capaci di trasmettere i giusti valori. Ecco perche' anche per me andare all'estero potrebbe costituire un'esperienza importante, anzitutto perche' risparmierei energie che qui si disperdono nel parlare delle solite cose con voi giornalisti e nel rispondere alle solite domande. Comunque, al momento sono il ct azzurro e quindi come Nazionale dovremo tenere i comportanti piu' corretti e di non accettare provocazioni. L'obiettivo e' proporre sempre un modello". Parlando del gruppo, Prandelli dice: "Non vedo molti giocatori piu' forti di quelli che ho convocato. E' vero, e' sempre piu' una Nazionale basata sui blocchi di Juventus e Milan ma a me piace lavorare sui blocchi, perche' penso che lo spirito di squadra ne possa solo trarre beneficio. In attacco stiamo completando un percorso importante, ma non voglio accantonare il nostro centrocampo di qualita', anche nella prospettiva futura di presentare un attacco con le ali grandi. Il blocco Milan potrebbe anche aumentare, ma in compenso sono soddisfatto dai messaggi che mi arrivano dal calcio giocato. Lo scudetto? La Juventus correra' fino all'ultimo, non dara' vantaggi a nessuno, anche se possiede un vantaggio straordinario". Nel giorno dell'arrivo in azzurro del granata Alessio Cerci ("e' un ragazzo interessante, sta giocando con continuita' e Ventura gli ha dato le giuste motivazioni"), sono attese ulteriore conferme azzurre da Mario Balotelli, reduce da gol a raffica con la nuova maglia del Milan. "Lo vedo molto motivato, a lui mancava solo la continuita', ora e' concentrato e nel Milan sta ricoprendo al meglio quel ruolo che e' anche il suo ruolo in Nazionale. Gli era stata data un'opportunita', la sta sfruttando bene". Medesimi complimenti rivolti allo juventino Emanuele Giaccherini. "Ha sempre dimostrato le sue caratteristiche, quando ha fatto gol sono stato contento per lui, mi ha ricordato quella sua traversa presa a Parma contro la Francia". Profumi di gol che non viaggiano solo sulla tratta Torino-Milano. Arrivano anche dalla Capitale sponda Roma e lasciano ipotizzare una nuova apertura a Francesco Totti. "Parlando di Francesco mi vengono in mente le parole di Carletto Mazzone quando dice che se arrivasse ai Mondiali questo Totti sarebbe impossibile non prenderlo in considerazione - conclude Prandelli -. A vederlo giocare oggi sembra ancora un ragazzino, ha motivazioni fortissime. Ripeto, se un mese prima dei Mondiali stesse ancora in queste condizioni, dovremmo tenerlo in considerazione. Cassano? L'altra sera in Coppa e' stato straordinario, come per Totti lo teniamo sotto controllo".

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ABETE, BALOTELLI E' BRAVO MA E' PRESTO PER PALLONE D'ORO - "Rimane un giovane, una persona in fase di crescita, in esperienze e miglioramenti che tutti noi auspichiamo possano esserci ancora. Ma mi sembra che il suo ritorno in Italia sia positivo sia per i gol segnati che per l'apporto al Milan ed i comportamenti". La versione rossonera di Mario Balotelli piace al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, sicuro che l'ex pupillo di Mancini possa regalare qualita' e sostanza anche alla Nazionale di Prandelli. "E' un ottimo segnale - spiega Abete ai microfoni de "La Politica nel Pallone", su Gr Parlamento - Vogliamo il Balotelli di Italia-Germania, un Balotelli determinante, un grande campione. E che dia il meglio di se' nelle prossime partite, Confederation Cup compresa". Per il Pallone d'Oro, a cui SuperMario ambisce, c'e' ancora tempo: "E' un po' presto, e' un riconoscimento che e' collegato alla continuita', ad una forte capacita' di incidere a livello internazionale, non solo nel proprio campionato. Sarebbe bello ci arrivasse al piu' presto possibile, starebbe a significare che lega il suo nome anche ai successi del Milan, oltre che della Nazionale". Per Icardi, il bomber della Sampdoria, assicura che "non esiste alcun pressing, perche' non e' giusto che ci sia. Prima deve esserci un profondo convincimento da parte sua di indossare una maglia, non ha ancora fatto una scelta ufficiale ma sembra fortemente attratto dall'Argentina, come e' comprensibile. E' una partita che non giochiamo nella logica d trattative ed ammiccamenti, restiamo collegati alla volonta' del giocatore. Dovesse esprimere gradimento per la maglia azzurra, sarebbe fatta una valutazione di carattere tecnico". Anche in vista delle prossime partite della Nazionale, l'amichevole col Brasile e la sfida con Malta valida per le qualificazioni mondiali, e' ingiustificato parlare di 'pressing' dei grandi club per non affaticare eccessivamente i loro campioni."Parliamo di professionisti. C'e' differenza tra un'amichevole, seppur importante, con il Brasile e una gara ufficiale, alla nostra portata, con Malta. Un'amichevole consente un maggior numero di sostituzioni, nelle partite ufficiali dipende invece da come si parte, ma penso dobbiamo tener conto di due fattori: l'importanza della qualificazione ai Mondiali per il nostro calcio e che Prandelli ha sempre gestito con intelligenza i rapporti con i club. I contatti ci saranno anche stati, ma fanno parte di una logica di rapporti che prescindono dal periodo, e non per avere privilegi ma per capire se un giocatore puo' dare il massimo in certi momenti". In occasione del test con i verdeoro a Ginevra, l'Italia ha invitato Boateng quale testimonal nella lotta contro il razzismo: "Purtroppo siamo balzati all'onore delle cronache in negativo ma abbiamo anche una grande trasparenza, siamo molto immediati nel riconoscere i nostri limiti e criticita'. Non si fa mai a sufficienza ma questo sforzo dobbiamo farlo tutti. E' una realta' che va combattuta, dobbiamo aumentare l'impegno per l'educazione, la formazione ed il rispetto, per evitare che ci siano problemi a livello sportivo, come capitato alla Lazio, nonostante abbia una dirigenza che combatta una minoranza. Un inasprimento della pena? Dal punto di vista morale, non possiamo che essere favorevoli, ma poi dobbiamo capire chi riguarda: se colpisce effettivamente i responsabili e' giusto, se poi il rapporto tra colpiti e club e' sperequato, bisogna valutare il metodo della sanzione. Mi batto perche' i responsabili siano presi e colpiti dai Daspo. E ringraziamo il ministero dell'Interno: molto e' stato fatto e molto e' da fare ancora, ma senza un'educazione adeguata e' inutile".

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