Marotta stoppa Nedved: "Ibra non viene alla Juve"

Zlatan Ibrahimovic non tornera', almeno per il momento, a vestire la maglia della Juventus. Ad assicurarlo, ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' su Radio1, e' il direttore generale dell'area sportiva e amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta. "Nedved ha esternato una valutazione tecnica (nel corso dei sorteggi di Champions quando Pavel disse di averne anche parlato con Leonardo, ndr), dicendo che e' un campione, cosa che condivido - spiega il dirigente bianconero - cosa diversa e' considerarlo un profilo da Juve". Pesa l'ingaggio fuori dal budget della Signora: "I paramentri che lo accompagnano non sono i nostri, per cui non sara' un giocatore da Juventus".
Anche per Icardi, esploso quest'anno nella Sampdoria, non c'e' particolare voglia di bruciare le tappe (tanto più che pare ormai prossimo all'Inter per 13 milioni): "Quando si parla di giovani, bisogna andare coi piedi di piombo ed avere pazienza. Quest'anno e' il giovane piu' interessante del campionato, ma prima di considerarlo un grande giocatore bisogna attendere. Deve acquisire continuita', anche se e' un attaccante che tutte le squadre vorrebbero avere". Marotta infine spiega l'arrivo di Anelka, utilizzato fin qui da Conte col contagocce: "E' arrivato a parametro zero, avevamo fuori Bendtner e abbiamo cercato di lasciare nulla di intentato, rafforzando il reparto offensivo in caso di infortunio. L'operazione e' stata rilevante perche' ci siamo accollati lo stipendio del giocatore ma legata a una situazione contingente".

Conte dopo le ultime polemiche (legate alla sua esultanza nel match contro il Bologna) aveva esclamato: "Mi viene voglia di andare all'estero". Dove non gli mancano le offerte. Marotta però è tranquillo: "E' ovvio che un allenatore non posso restare una vita in una società, ma io sono certo che nei prossimi anni avremo ancora Conte con noi". E sul caso specifico: ''Si è trattato di piccoli gesti di libertà da tollerare - spiega il dirigente - La sua è stata un'esultanza rivolta solo alla nostra gente, senza assolutamente mancare di rispetto agli avversari, nonostante lui sia stato insultato dai tifosi avversari in tribuna. Il calcio e' un contenitore di emozioni che a mio parere non vanno represse''.
Restano i brutti episodi del pre-partita: "La situazione sta degenerando. Ogni volta che andiamo in trasferta veniamo scortati da blindati della polizia e accolti da bastionate e lanci di pietre. Sicuramente il tifo può diventare vessatorio. Ci sono situazioni non solo riconducibili al tifo. Mi sembra di essere tornati al tempo dei romani e dei gladiatori, 'mors tua, vita mea', ma la situazione deve essere allargata è una questione di cultura e di educazione e bisogna trovare gli elementi che possano acculturare questi ragazzi".