Caro Marchionne, est modus in rebus
Di Pietro Mancini
Se può ritenersi fisiologico il ricambio della classe dirigente, anche nello sport, e legittima la volontà dei Capi delle aziende di designare, negli incarichi di vertice, i manager a loro più vicini, tuttavia, dovrebbero esserci, per dirla con Orazio, "modus in rebus", misura, e maggiore eleganza, nelle decisioni.
Tenendo presente che le idee e le esperienze di un personaggio, come Luca Cordero di Montezemolo, il cui nome all'estero è sinonimo di Ferrari, dai tempi del "Drake", l'ing. Enzo, potrebbero essere ancora utili. E non andrebbero, troppo drasticamente, rottamate, come è, di recente, avvenuto, in politica, con ex leader di rilevo, ad esempio D'Alema, non più giovani.
Credo che i progettisti, i tecnici e i piloti, attuali ed ex, del Cavallino rosso auspichino un addio meno amaro e frettoloso del Presidente, che rappresenta, oggi, il marchio dell'industria italiana più forte al mondo. E sperano che la Ferrari non si avvii, come teme Montezemolo, a diventare, sic et simpliciter, una casa automobilistica americana.
Nello sport, le bandiere, in primis quelle più gloriose, non andrebbero, mai, ammainate.