Milan, Inzaghi espulso all'ultima a San Siro: "Spero di restare"
Aveva iniziato a San Siro da mister con una bella vittoria sulla Lazio e chiude con tre gol al Torino. In mezzo una stagione amara e avare di soddisfazioni. Ma Pippo Inzaghi almeno a parole non si rassegna all'idea che Milan-Toro è stata la sua ultima partita da allenatore rossonero al Meazza. "A me non è stato detto niente, mi è stato detto di continuare il mio lavoro. Ho un contratto, se il club non mi dirà altre cose andrò avanti", spiega a Mediaset Premium. "E' difficile giocare contro questo Torino, fino all'espulsione stavamo giocando molto bene. Questa è una bella risposta nonostante il campionato difficile. Non vedrei tutto così nero, ci vorrà qualche innesto ma la base c'è per far tornare il Milan in alto. Penso che si possa fare solo col lavoro e questa squadra sta lavorando bene in questo periodo".
Giura di sapere cosa fare per riportare in alto il Milan. "Le basi sono le prestazioni di questa squadra dopo il passo falso ad Udine. La base di giocatori italiani è importante, gli stranieri ci hanno messo il cuore. Bisogna lavorare da squadra, è una cultura che si crea col tempo, col lavoro quotidiano. E' un peccato che finisca il campionato, c'è la base per continuare i lavorare. Sono contento di avere avuto sempre queste risposte da parte dei miei giocatori".
Sull'espulsione, la terza in questo campionato (dopo quelle con Atalanta e Roma). Il tecnico, al termine del primo tempo, avrebbe protestato con l'arbitro Valeri per alcuni episodi, tra cui l'espulsione di Zaccardo, continuando anche nel tunnel che porta agli spogliatoi. "Mi auguro di esserci a Bergamo perché ho detto solo "basta". Già mi hanno tolto la possibilità di salutare la mia gente stasera".
E Ancelotti o non Ancelotti il rosso ha tolto a Pippo l'ultimo saluto da allenatore del suo Milan a San Siro