Milan, la poesia rossonera - Affaritaliani.it

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Milan, la poesia rossonera

Milan, "le coppe e gli scudetti passeran, lasciando indietro ogni nefandezza, però resterà sempre un gran Milan!"

Così discesi dal secondo anello

giù nel primo, che meno tifo accoglie

e tanti più milioni, e Mirabello.

 

Stavvi Minòs orribilmente, e doglie:   

essamina i contratti e mette veti,

giudica e sprezza secondo le voglie.

 

 Dico che se fian quasi obsoleti,

 li vuole alzar e porvi alte clausòle,

 e quel conoscitor de l’irrequieti

 

 senza pel e per marinate scuole,

 scriversi vuol sol di qualche contratto

 a costo di sprecar maleparole.

 

 Sempre dinanzi a lui, per questo fatto,

 vanno a vicenda pure i giornalisti,

 dicono, odono e parlan senza fiatto.

 

 "O tu che vieni in nom de’ milanisti",

 disse Minòs a me quando mi vide,

 lasciando l’atto di cotanti visti,

 

 "guarda com’entri e di cui tu ti fide!

 non t’inganni l’ampiezza de la panza!".

 E ’l Gigio mio a lui: "Perché pur gride?

 

Non impedir la sua militanza!

Vuolsi così colà dove si tifa

ciò che si vuole, e senza l’arroganza!”.

 

Or i tifosi tutti hanno gran fifa,

a farmisi sentire, or son venuto

là dove molta gente poi lo schifa,

 

Io venni in loco d’ogne luce muto,

che mugghia come fa mar per tempesta,

se da contrari venti è combattuto.

 

 La bufera dei giornal, che mai non resta,

 mena li spirti con la sua scrittura

 voltando e percotendo li molesta.

 

 Quando giungon davanti a la paura,

 che il Gigio rossoner vada a Lutezia,

 bestemmian quivi per l’arrabbiatura!

 

 Intesi qui che già, dopo la Svezia,

 enno dannati i molti tricolori,

 che maglia azzurra non passi per inezia,

 

 e come riscaldandosi quei cuori,

 nel freddo tempo, a schiera larga e piena,

 così sono attaccati a quei colori,

 

 di qua, di là, di giù, di sù li mena,

 nulla speranza li conforta mai,

 non che di posa, ma di minor pena.

 

 E come sugli spalti vuoti ormai,

 faccendo su lo Twitter gran casino,

 così vid’io venir, traendo guai,

 

ombre pesanti per il prode Rino,

per ch’i’ dissi: "Agente, per qual comma

de li contratti tuoi sul gran teatrino,   

 

per la famiglia intera Donnaromma,

tu vuo' scriver l’ultima parola,

del club che sette Champions tutte assomma?”.

 

 A stento si contenne il buon Raiola,

 che tutto tremolante a me rivolse:

 “Per colpa non di qualche sciocchezzuola,

 

 ma di colui ch’al vecchio Gallian tolse

 lo scettro de’ li affari miei più belli!

Fu lui che in questo impaccio mi coinvolse,

 

non parlerò mai più con Mirabelli!”.

 e ruppe fede al patto di San Siro,

che prevedeva tutt'e due i fratelli,

 

 dicendo ch’era stato un suo rigiro,

 e ch’era tempo di levar di torno,

quel Gigio così amato dall’Emiro!

 

 “Parìs Cristiano non lo prende a storno!”,  

urlò quel gran dottor dei contrattini,

che prima capricciose aveva in forno!

 

“Poscia ch’io ebbi molti più soldini

di quanti tu potrai mai calcolare,  

congederò Fassone e Guadagnini,

 

nel tempo necessario per scappare

da questa società che non ci vuole

e che m’ha fatto ormai troppo arrabbiare!”

 

Diss’io: “Signor procurator, molto mi duole,

 per questa sua ‘sì dura posizione,

 e pur centellinando le parole

 

vorrei considerasse la ragione

di tutta questa gente accalorata!

Cerchiamo una possibil soluzione

 

per quella maglia tanto colorata

di rosso e nero insieme ogni momento,

passando da una guerra addolorata

 

a far ogni tifoso più contento!”.

E poscia ogni principio di bontade

supererà un simile momento,

 

saranno calcolate nuove strade

che giungano ai successi del passato,

portando tra le piazze e le contrade

 

quel vecchio bandierone logorato

che coppe e molti onori ricordando

tra brividi e col cuore rattristato,

 

s'è visto scivolare un po’ allo sbando

e merita un destino men severo!

Quel campo così verde vanno amando

 

con spirito entusiasta e molto fiero

le genti milanesi e tutto il mondo

del popolo festante rossonero!

 

Amor, ch'al cor gentil e ‘sì giocondo,

 prese costui per questa gran squadrona

che non fu necessario alcun affondo!

 

 Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

 mi prese del costui piacer sì forte,

 che, come vedi, ancor non m’abbandona.

 

 Amor condusse Gigio a esser più forte

di ogni altro portier di questo giuoco!

Del Milan per difendere le porte

 

parando per quell’anime di fuoco,

sia Cina, Arabia o forse Berlusconi,

chi passa in dirigenza conta poco!

 

Se oggi non si spendono i milioni,

non senza trafelando in cielo andran,

levate in braccio da grandi campioni,

 

le coppe e gli scudetti passeran,

lasciando indietro ogni nefandezza,

però resterà sempre un gran Milan!!!


Andrea Bricchi
@AndreaBricchi77