Prandelli replica a Bonucci: "Grande difensore, ma..." - Affaritaliani.it

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Prandelli replica a Bonucci: "Grande difensore, ma..."

"La Nazionale? Mi manca: questo e' ovvio. E' stata una gran bella esperienza. In quattro anni abbiamo dato e fatto tanto; poi una partita ha scombussolato tutto. Se si vanno a rivedere le cose con calma il bilancio e', a mio aviso, positivo". Cosi', ai microfoni di Sky, l'ex commissario tecnico azzurro Cesare Parendelli.

Su Balotelli - "Fara' un grande Europeo: sono convinto che potra' riproporsi. Il giorno che si rendera' conto delle sue doti e riuscira' a farle fruttare al meglio potra' tornare molto utile alle sue squadre e all'Italia. Lui non e' semplice: e' un personaggio mediatico, molto esposto, e noi tutti pretendiamo tanto da Mario. Sono convinto che le persone che hanno carattere, come Balotelli, possono tirar fuori il meglio di loro nei momenti di difficolta'; e lui attualmente e' in chiara difficolta'",

La risposta a Bonucci - "Non voglio rispondergli. Sta dimostrando di essere uno dei migliori difensori del campionato italiano e d'Europa; pero' non ha i mezzi per discutere certe mie scelte. E poi ricordo bene che quando andai a trovare Luis Enrique a Roma c'erano mille pc: ebbene quest'anno lui ha centrato il triplete", ha spiegato ancora l'ex ct azzurro, rispondendo al difensore della Juventus, il quale aveva dichiarato che nella Nazionale di Prandelli c'erano troppi computer e poco gioco sul campo.

Le offerte passate della Juventus -  “Se non arrivano richieste ci inventeremo un altro ruolo. Ma in tanti sono stati esonerati: l’unico libero sono io… - scherza Prandelli -. Prendere un procuratore non fa parte del modo di pensare della mia generazione, ma ci sto pensando. In passato mi cercarono Moggi, Giraudo e Bettega quando ero a Parma. Quando rinnovai con la Fiorentina mi chiamò Secco e la terza volta, con il permesso della Fiorentina, parlai con Bettega, che era tornato ai vertici della società. Ma non se ne fece nulla perché andai in Nazionale".

Il Galatasaray -  "Mi dicono tutti di sì, ma in quei giorni Unal Aysal, il presidente del Galatasaray – club con 30 milioni di tifosi, non uno scherzo – mi apparve come un visionario e a volte i visionari ti fanno vedere il futuro. Io ci credo e gli credetti, anche perché avevo tantissima voglia di rimettere le scarpe da calcio e tornare subito in campo. Avrei accettato anche una squadra di serie B e comunque quello era un progetto totalmente innovativo, che nessuno mi aveva mai proposto: 'In un anno comprerò un club italiano, uno inglese, uno tedesco e ho il Galatasaray. Lei per un anno sarà il responsabile del Galatasaray e poi si occuperà del progetto di un’Academy europea: 1600 giovani e 150 collaboratori che potrà scegliere lei'". E ancora:  "Eravamo a Vienna, ad agosto: arriva la signora Ebru Cokksal, un membro del board societario, e mi spiegò che quella propostami dal presidente era solo un’idea impossibile. Ma io mi sono fidato anche perché il presidente mi tranquillizzò: 'Darò le dimissioni, vedrai che non le accetteranno. Dopo due mesi le hanno accettate, e lui non l’ho più visto. I nuovi dirigenti mi dissero che non avrebbero cambiato nulla, però piano piano licenziarono tante persone, e poi anche noi: entro il 27 dicembre dovevano rientrare nei parametri Uefa. Il nuovo presidente poi si scusò, chiedendomi di trovare un accordo anche per proteggere l’immagine del Gala e venti giorni fa l’abbiamo trovato".

Conte ha detto che l’attuale ranking (che porterà l'Italia in seconda fascia ai sorteggi dei Mondiali) è frutto anche dei risultati di chi lo ha preceduto - "Ognuno eredita quello che eredita: è successo anche a Lippi e Donadoni e poi pure a me, ma credo che per la mia gestione parlino i numeri - è la risposta -. Non mi interessa fare polemiche, sono energie che fatico a gestire".