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Serie C, Matelica: quello che c'è da sapere della più piccola delle promosse
Il Matelica alza la Coppa Italia di D 2018/19 dopo la vittoria sull'Acr Messina

Nell'entroterra umbro-marchigiano, a 17 chilometri da Fabriano, c'è la piccola cittadina di Matelica. In totale fa meno di 9.600 abitanti, ma la squadra di questa città ora può sognare perché dallo scorso lunedì è ufficialmente in Serie C per la prima volta nella storia. Naturalmente è anche la più piccola delle città neopromosse, perché il Campodarsego, penultimo, ha 14.900 abitanti. Questa è la sua storia: dal rischio fallimento nel 2010 alla gloria prima del virus.

Un club pieno di debiti

Se ora il Matelica è entrato nella storia a quasi cento anni dalla sua nascita (è stato fondato nel 1921), solo in pochi sanno che nel 2010 il club era in Prima Divisione e pieno di debiti. Assessore allo sport dall’anno precedente e titolare di Fidea - azienda che si occupa della produzione di diluenti solventi, sverniciatori, coloranti, con oltre 130 dipendenti, otto sedi in Italia e 55 milioni di euro di fatturato annuo -, l'attuale presidente Mauro Canil rileva la società da Silvano Passero, risolve i problemi  economici e dà il via a un momento magico del calcio di una città. Arrivano così subito tre trionfi: Prima Divisione, Eccellenza, Promozione e rispettive coppe. Poi in Serie D ogni anno il Matelica è nelle prime posizioni, ma perde sempre in volata. Nel 2014 ha la meglio l’Ancona, che riesce a resistere pareggiando 0-0 lo scontro diretto decisivo. Così sarà con Sambenedettese, Maceratese, Fermana, Vis Pesaro e Cesena lo scorso anno. La sconfitta che più brucia di tutti è il primo posto sfuggito all’ultima giornata della stagione 2017-18, per via della sconfitta per 1-0 sul campo dell’Avezzano.

La vittoria in Coppa Italia

Con un budget inferiore rispetto agli anni precedenti e un nuovo direttore sportivo, Andrea Maniero, il Matelica torna in alto con il nuovo allenatore Luca Tiozzo. Senza dimenticare un potenziamento maggiore del settore giovanile: “Oggi abbiamo il riconoscimento di ‘Settore giovanile elite' dalla Figc e il nostro è un centro sportivo tra i migliori della Regione - racconta orgoglioso Canil -. Ci tengo molto ai nostri ragazzi. Non è da tutti allenarsi nel campo accanto a quello della prima squadra (costruito per metà dal presidente e da Giovanni Ciccolini, titolare dell’azienda Halley nonché uno degli sponsor del Matelica, ndr), quando prima dovevamo andarci ad allenare su campi di terra in paesi vicini…”. E un bel talento già ne è uscito: Giacomo Vrioni, l’attaccante albanese con cittadinanza italiana ora alla Juventus U-23, che si è allenato con Paulo Dybala e compagni prima della sfida di Coppa Italia contro il Milan. Nel 2019, poi, il nuovo ds, Francesco Micciola, progetta una squadra da sogno, un giusto mix di giovani ed esperti. Nonostante il secondo posto in campionato arrivato ancora in volata contro il Cesena, è l’anno della Coppa Italia di Serie D. Un gol di Santiago Dorato in avvio contro l’Acr Messina, sul campo neutro di Latina, dà la vittoria alla squadra di Tiozzo per 1-0. “Quella vittoria mi ha riacceso la passione dopo anni di delusioni, cresciuta ancora di più dopo quest’anno - dice Canil -. Se siamo qui è tutto merito di mia moglie Sabrina Orlandi (presidente della Fabiani, l’altro club calcistico di Matelica, ndr) e di mio figlio Denis”.

Il 2019

L’ultima stagione per il Matelica inizia da incubo. Complice anche l’addio di Tiozzo e l’arrivo in panchina di Pier Francesco Battistini. L’eliminazione al primo turno di Coppa Italia contro la Savignanese (2-1) è una sconfitta troppo forte da digerire per Canil, che esonera l’allenatore ex Gavorrano nonostante la successiva vittoria per 4-0 in campionato. Al suo posto arriva l’ex Vastese, Gianluca Colavitto. Il -17, la sconfitta con il Notaresco (terzo alla fine in classifica, ndr), il cambio di allenatore e una squadra che inizialmente non riesce a compattarsi, non intaccano la sicurezza di un gruppo che ha saputo reagire di fronte alle difficoltà. Alla fine il Matelica riesce a portarsi in testa una giornata prima dello stop coronavirus, approfittando dei passi falsi di Notaresco e Recanatese. Alla lotta per il primo posto c’è stato anche il Campobasso, che ha chiuso secondo a quota 52 con il Notaresco (a -3 dai biancorossi). Intanto la storia è stata fatta. La piccola realtà diventata ora grande può finalmente sognare (Figc permettendo). Chissà che per i 100 anni arrivi il regalo più bello di tutti: la partecipazione in Serie C.

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