Sport
Superlega e ipocrisie, perché non è uno scandalo la mossa dei club più ricchi

La ribellione degli Stati nazionali e della politica tutta contro la ventilata nuova superlega del calcio europeo è il grido tardivo di chi ha lasciato scappare i buoi ormai qualche decennio fa. Non ci sarebbe da aggiungere altro. Chi rivendica il romanticismo dello sport dimentica che lo sport ad alto livello è una fabbrica (al pari di qualsiasi altra impresa) che macina ricavi e profitti (ma anche perdite) enormi e si muove di conseguenza, quindi per favore lasciamo perdere le ipocrisie di chi oggi piange la morte del calcio.
La politica dovrebbe occuparsi d’altro, come ad esempio creare spazi gratuiti per lo sport giovanile, incrementare l’attività sportiva nelle scuole, salvaguardare le polisportive, incentivare e promuovere le competizioni di “quartiere”. Da decenni ascoltiamo il lamento sull’assenza dei vivai delle grandi squadre di calcio e ora ci meravigliamo di questa mossa di una superlega dei ricchi? Tranquilli, non succederà nulla che sconvolgerà di più il mondo del pallone di quanto non sia già avvenuto.