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Toscana
Firenze, nasce il primo ristorante - pizzeria dedicato a Sophia Loren

Il menù del nuovo locale fiorentino è di ispirazione partenopea con la firma dallo chef Gennaro Esposito, executive del bistellato "Torre del Saracino" di Vico Equense, mentre la carta delle pizze è stata studiata da Francesco Martucci, premiato come miglior pizzaiolo con "I Masanielli di Caserta"

Ha debuttato ufficialmente lunedì 26 aprile, primo giorno delle riaperture dei ristoranti in Italia, anche se solo in spazi all’aperto come previsto dalla normativa, dopo lunghi e difficili mesi dovuti alla pandemia da Covid-19, e alcuni intoppi burocratici non dipendenti della proprietà, il primo ristorante, pizzeria e caffetteria dedicato ad uno dei miti del cinema italiano del secondo dopoguerra, il Sophia Loren – Original Italian Food.  A volerlo fortemente c’è la società Dream Food (Pianoforte Holding), presieduta da Luciano Cimmino, noto imprenditore napoletano a capo degli ormai storici brand Yamamay e Carpisa e altri soci tra cui la famiglia Carlino, da Francesco Pinto, dall’imprenditore Sergio Ubaldo, da Nicola Giglio, imprenditore italiano basato a Hong Kong, dall’architetto Ivo M. Redaelli e da una società finanziaria presieduta da un professionista della City milanese. Il ristorante, 1.500 metri quadrati un tempo occupati dalla banca Unicredit,  distribuito su tre piani, dieci vetrine che si affacciano su via dei Brunelleschi, a pochi metri dalla centralissima piazza della Repubblica, ha una capienza interna di 250 posti e 60 esterni sotto i portici del palazzo in cui è ospitato il nuovo locale che darà lavoro, a pieno regime, a circa 40 persone, coordinati da Dario Chan che segue i progetti di Dream Food, per un investimento complessivo che si aggira intorno ai 3 milioni di euro, come affermato dallo stesso Cimmino, presente alla conferenza stampa di presentazione. Sophia Loren, che per le note problematiche di spostamenti internazionali dovuti al Covid era assente alla presentazione, ha concesso l’utilizzo del suo nome in licenza con un contratto in forma di royalties che prevede anche un merchandising anche per i futuri locali che sorgeranno a Milano e Napoli e per l’estero a Dubai, Miami, Hong Kong e Shanghai, paesi e città nelle quali il nome della celebre attrice italiana richiama molto l’italian touch.

Sophia Loren – Original Italian Food, progettato dallo Studio di Architettura ed Ingegneria Redaelli e associati, in collaborazione con Costa Group, azienda leader per la creazione di arredi per il settore del food&beverage, è caratterizzato da grandi vetrate che affacciano sul portico di via de’ Brunelleschi. All’entrata del locale il cliente viene subito attratto dal protagonista indiscusso: la pizza ed i suoi ingredienti primari di eccellenza che la compongono.  Frontalmente, l’ampio banco in marmo dedicato alla preparazione della pizza è delimitato dalla quinta prospettica generata dal lievito madre contenuto nelle sue numerose botti e messo in risalto dal rivestimento delle pareti e dei forni: una texture color oro brillante che genera una superficie tridimensionale e che rimanda ad uno scrigno prezioso che custodisce ed esalta la materia prima di qualità superiore marcando il caposaldo della tradizione della pizza napoletana; il celebre “Oro di Napoli“. Questo oro diviene il fil rouge dell’intero concetto architettonico - spaziale. Accedendo alla “navata”, adibita a sala ristorante, si è come trasportati in un’altra dimensione dove ogni area personalizzata si caratterizza per la cura del dettaglio. Le sedute si alternano tra divani e poltroncine circolari ed avvolgenti con tessuti in velluto e dalle tonalità tipicamente mediterranee. Le pareti, decorate artigianalmente con texture appositamente disegnate e talvolta impreziosite da inserti in vero Oro Zecchino e da boiserie cangianti generate con texture geometriche raffinate, diventano l’elemento di transizione tra le ampie lastre mono-materiche del pavimento ed il soffitto dove predomina il blu/verde nelle più peculiari sfumature ricordando l’atmosfera dei colori partenopei. Alcuni elementi d’arredo, come i tavoli in pietra lavica e le vetrate nelle tonalità cangianti e sgargianti, evocano la solarità e l’energia che solo l’atmosfera mediterranea e la sua natura può donare.

La precisa geometria della disposizione planimetrica crea una serie di spazi sensuali ed accoglienti dove i visitatori sono abbracciati e stimolati attraverso il cambiamento di dimensioni e forme: si genera una sequenza di spazi, ciascuno definito, ma che contemporaneamente scorre l'uno nell'altro per guidare piacevolmente l’ospite. Gli spazi sono visibili gli uni dagli altri, eppure ognuno di essi si riserva di far sentire a proprio agio il fruitore. La divisione delle aree è discreta consentendo di frazionare gli ambienti per creare spazi più intimi e conviviali collocati al livello superiore. Le bottiglie stesse, opportunamente illuminate e collocate nelle partizioni ad arco-parete, diventano protagoniste e completano, con altri preziosi elementi di autentica oggettistica ed alcune opere di grande valore, l’attenzione posta alle pareti. Prima tra tutti è l’installazione di Luigi Masecchia, artista che crea le sue opere con i tappi metallici delle bottiglie che, come dei pixel, ricostruiscono il volto sinuoso di Sophia. L’artista napoletano Ernesto Tatafioresi è invece occupato di disegnare le illustrazioni dei sottopiatti che riportano il volto di Sophia.

Le pizze sono firmate da Francesco Martucci, miglior pizzaiolo d'Italia 2020 con il locale 'I Masanielli' a Caserta, la cucina da Gennarino Esposito, chef con due stelle Michelin patron del ristorante Torre del Saracino a Vico Equense mentre la pasticceria da Carmine di Donna, già guida della pasticceria del Torre di Saracino.  Il format garantisce una spiccata tipicità dell’offerta proponendo un menu italiano tradizionale ma esclusivo e ricercato, per un pubblico attento ed esigente, in un ambiente elegante e confortevole. Particolare cura è stata dedicata alla scelta del caffè che più autenticamente rappresentasse l'ineguagliabile espresso servito a Napoli. Dopo una lunga selezione, che ha incluso anche piccole torrefazioni con esperienze pluridecennali, la scelta è caduta su Caffè Vesuvio, "cuore napoletano". 

‘Questa nuova avventura – sottolinea Luciano Cimmino - è la naturale evoluzione del mio modo di affrontare la vita con curiosità ed entusiasmo. Per me vivere vuol dire fare nuove esperienze, appassionarmi, sperimentare, lavorare a nuovi progetti perché tutto questo è un pretesto per rimettermi in gioco, per continuare ad imparare. Quando mi è stato proposto di partecipare a questo progetto non ho avuto dubbi perché questo ristorante racchiude in sè alcune delle cose che più amo: la cucina italiana, i momenti di convivialità ad essa legati e poi diversi dei miei personaggi sono in qualche modo legati alla cucina’ Sophia Loren

 

 

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