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Toscana
Teatro della Toscana agorà di una culla di un nuovo umanesimo per Firenze

Dopo un primo triennio di costruzione (2015-2017) e un secondo di consolidamento (2018-2020), il Teatro della Toscana si pone per il triennio 2021-2023 l’obiettivo del compimento di alcuni cicli artistici incentrati sulla pratica di un Teatro che sia punto di sintesi fra tutte le arti nel rapporto fra tradizione e innovazione, ponendo le basi della visione futura.

Dopo un primo triennio di costruzione e un secondo di consolidamento, il Teatro della Toscana si pone per il triennio 2021-2023 l’obiettivo del compimento di alcuni cicli artistici incentrati sulla pratica di un Teatro che sia punto di sintesi fra tutte le arti nel rapporto fra tradizione e innovazione, ponendo le basi della visione futura.

Il Teatro della Toscana vuole essere l'agorà di una Firenze e di una Toscana culla di un nuovo umanesimo, laboratorio di una nuova stagione di consapevolezza della società sui grandi temi e valori della civiltà e della diversità. Una vera Istituzione europea, per una nuova unione dei Teatri Europei in costante evoluzione, che segue il movimento della vita, orientando con decisione le proprie scelte e i propri programmi sul fondamento dei grandi temi di Arte, Scienza, Educazione, Ambiente, condivisi con il Théatre de la Ville di Parigi e con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota. In controtendenza con la linea di storicizzazione in atto nel settore.

Nel segno di tali valori, la riapertura del Teatro della Pergola il 27 ottobre con Giancarlo Sepe, la sua Comunità e i nostri giovani, in The Dubliners, spettacolo che prosegue la collaborazione avviata con Sepe, maestro della contaminazione dei generi, perfetto interprete del teatro come sintesi di tutte le arti, capace di azzerare la sterile distinzione fra innovazione e tradizione, fra ricerca e repertorio, per dare ai giovani, e non solo, la possibilità di esplorare l’imprevedibile e di imparare a superare costantemente i propri limiti.

E quella del Teatro Era il 15 ottobre con Andrée Ruth Shammah e con il suo Teatro Franco Parenti che inaugura con Cabaret tragico. Opera panica extralarge di Alejandro Jodorowsky diretto da Fabio Cherstich, nel solco del prolifico rapporto di partenariato fondato sulla maestria della Shammah nel saper incarnare al meglio i principi che stanno alla base della visione progettuale della Fondazione, lingua e drammaturgia come materia vivente della continua sperimentazione del rapporto maestro/allievo, per una nuova vitalità del nostro teatro. Lo spettacolo apre poi anche la stagione del Teatro Studio di Scandicci.

Tra gli obiettivi irrinunciabili del lavoro di questi mesi di navigazione difficile e pericolosa fra bonaccia e tempesta: la salvaguardia della struttura, dei dipendenti e di tutte le professionalità che quotidianamente contribuiscono all’apertura del sipario; il rapporto con gli spettatori, gli abbonati e gli appassionati che in 1.000, fin dai primi momenti del lockdown, hanno rinunciato al rimborso dei biglietti per gli spettacoli cancellati corroborando l’operare della Fondazione di una spinta psicologica incommensurabile; il mantenimento di quel rapporto, attraverso il filo tessuto via web dalle trasmissioni di FirenzeTv, un successo nazionale che proprio nei mesi di lockdown ha riscosso l’attenzione e la fiducia di 4.500 iscritti e superato le 300.000 visualizzazioni; più recentemente, il lavoro sul territorio, coi giovani, per i giovani e con le scuole di ogni ordine e grado, nelle periferie e nei luoghi altri dell’area metropolitana.

Nell’immagine che simboleggia questa nuova vita, il Teatro si fa Arca, accoglie e protegge dalla tempesta, navigando verso una meta nuova, più luminosa. Il Teatro della Toscana si fa agorà della Cultura e, in tempi tanto nefasti (non soltanto a causa della pandemia), apre i suoi spazi alla salvezza dell’umanità accogliendola a bordo. Il lavoro dei marinai è duro e ancora non privo di pericoli, ma tenace e consapevole di portare nelle stive il riscatto alle miserie del mondo: i messaggeri sono pronti a spiccare il volo verso l’orizzonte, indicando il mondo nuovo verso il quale dirigere la prua.

Visione che si avvale della consapevolezza del ruolo di promotore internazionale conquistato nel rapporto con teatri, istituzioni culturali e di formazione di Parigi, Atene, Barcellona, Madrid, Oslo, Amsterdam, New York, nella rete cioè di partenariati che è nata, grazie al lavoro svolto insieme a Elisabetta di Mambro, per superare le categorie di nazionale e internazionale nella costruzione delle Stagioni e che ha come principi ispiratori i temi che stanno alla base della Carta 18–XXI ideata da Emmanuel Demarcy-Mota e condivisa con il Théatre de la Ville di Parigi: Arte, Scienza, Educazione/Formazione, Ambiente. Temi che costituiscono le linee portanti di ogni realizzazione, di ogni momento del Teatro della Toscana.

La Carta è stata sottoscritta un anno fa in Palazzo Vecchio dalle autorità italiane e francesi, in occasione della prima italiana alla Pergola della coproduzione Mary Said What She Said con Isabelle Huppert diretta da Bob Wilson, spettacolo che certamente tornerà a grande richiesta in questa stagione. La Direzione Artistica incarnata da Stefano Accorsi che prenderà avvio con il 2021 corrisponde a pieno alla nuova visione, nella rinnovata e rafforzata linea di teatro civile e nuova drammaturgia e nella sperimentazione del rapporto sinergico tra teatro, cinema e mezzi multimediali.

È infatti su tali basi che sono collocate le straordinarie aperture alla contaminazione avviate con tutte le arti e i linguaggi che si riconoscono in tali percorsi tematici e che trovano piena rappresentazione simbolica negli spettacoli dai quali ripartono i teatri gestiti. La Pergola con The Dubliners di Giancarlo Sepe, con la sua Comunità e con i Nuovi (fino all’8 novembre). Sepe, maestro della contaminazione dei generi, perfetto interprete del teatro come sintesi di tutte le arti, diviene il riferimento fondamentale per un nuovo percorso artistico che coinvolge i nostri giovani e che, nel superamento di generi e distinzioni, offre loro la possibilità di esplorare l’imprevedibile e di imparare a superare costantemente i propri limiti.

Il Teatro Era il 15 e 16 ottobre con Cabaret tragico. Opera panica extralarge di Alejandro Jodorowsky diretto da Fabio Cherstich nel solco del rapporto di partenariato con il Teatro Franco Parenti e con Andrée Shammah con la quale si continuano a condividere le realizzazioni che meglio incarnano i principi alla base della visione progettuale della Fondazione, di una prospettiva che coniuga lingua e drammaturgia nel metodo di lavoro fondato sulla trasmissione dell’arte da maestro a allievo per un attore totale ‘artigiano di una tradizione vivente’.

Il Teatro Studio di Scandicci che, dopo aver aperto con la collaborazione con Fabbrica Europa, accoglie Cabaret tragico per segnare la continuità di rapporto fra i teatri della Fondazione. I giovani stanno al centro della ripartenza, tanto che a loro va questa prima ribalta degli annunci (prima ancora che alle stagioni, che saranno rivelate in un appuntamento successivo alla presenza del nuovo Direttore Artistico) proprio per sottolineare la centralità della loro presenza in tutti gli ambiti della vita del Teatro della Toscana. Saranno protagonisti, insieme a colleghi di maggior fama ed esperienza, nell’Inferno che Bob Wilson dirigerà per il settecentenario dantesco e che aprirà la stagione 21/22, seguito dalla presenza di Jungle Book.

Saranno presenti nel lavoro sulle coproduzioni che coinvolgeranno gli artisti che si possono considerare “associati” agli obiettivi della Fondazione: Euripides Laskaridis, Israel Galvan, Dīmītrīs Papaïōannou, Amos Gitai, Pier Lorenzo Pisano. Sono parte integrante della Grande Troupe de l’Imaginaire ensemble diretto da Emmanuel Demarcy-Mota e nato durante il lockdown, che coinvolge 7 nostri attori, con un corpo artistico di 97 persone, tra attori, scienziati, musicisti e danzatori.

Formata dal Théâtre de la Ville per portare avanti il progetto delle Consultazioni poetiche, allargandosi e muovendosi a seconda delle necessità, la Troupe rappresenta un soggetto realmente trans-europeo (e mondiale per certi versi) in grado di rappresentare le istanze di un teatro politico e sociale in un momento critico per la politica e per la società. Dal 22 settembre il Théatre de la Ville ha ripreso Tenir paroles, la mise en espace che documenta gli esiti delle Consultazioni poetiche. All’ultima giornata del 9 ottobre saranno in scena anche i nostri attori, con un esito del lavoro fatto con Demarcy-Mota. Alla Troupe si aggregheranno i diciottenni che parteciperanno alle iniziative della Carta 18-XXI.

I nostri giovani saranno poi presenti all’appuntamento parigino di primavera 2021 dedicato al teatro europeo, giovane e ispirato da istanze sociali, gli Chantiers D’Europe, con Charles Chemin, con l’esito di un percorso di formazione internazionale iniziato nel febbraio 2019 che ha visto i ragazzi lavorare con la Norwegian Theatre Academy, con Laskaridis, con la ArtEZ di Amsterdam. Per i prossimi due anni sarà agli Chantiers anche il Workcenter Grotowski/Richards, presente con i suoi ensemble a livello cittadino, regionale e internazionale. Proprio per far fronte all’incertezza dei nuovi tempi la Fondazione ha sviluppato un suo personale approccio all’accessibilità del teatro anche in momenti in cui le restrizioni non lo dovessero permettere: oltre al progetto delle Consultazioni poetiche, condiviso col Théatre de la Ville, la Fondazione ha commissionato alla penna di Pier Lorenzo Pisano il format originale Bento, drammaturgia componibile che gli attori consegnano a domicilio, e può essere fruita anche attraverso il citofono o per telefono.

Per quanto riguarda l’attività formativa, nel mentre che la Scuola Oltrarno di Favino completa il suo percorso di autonomia, assumendo nel rapporto con la Fondazione il ruolo che le scuole di teatro hanno nei confronti di altri Teatri Nazionali, il Centro di Avviamento all’Espressione (CAE) che opera ininterrottamente dal 1979 per il superamento di ogni accademismo, seguendo rigorosamente le regole strutturate da Orazio Costa diviene lo strumento perfetto per la diffusione delle attività formative nei territori, nelle periferie, nelle scuole, nei più disparati luoghi di aggregazione, in situazioni di disagio, quali il Carcere Minorile, e nelle Asl, per la divulgazione del teatro come mezzo espressivo per ogni età e per ogni condizione. È questo il motore del fondamentale rapporto con il territorio, o meglio con i territori, e soprattutto con le Scuole e con i giovanissimi, che si potenzia da quest’anno grazie al progetto di Teatro Urbano condotto presso la Pergola e nell’Area Metropolitana Fiorentina da Manu Lalli con Venti Lucenti, con un lavoro espressamente dedicato alla prosa.

In questo quadro il Workcenter Grotowski/Richards spazia da Pontedera a Firenze alle diverse destinazioni in tutto il mondo, come messaggero imprevedibile di un Teatro Nuovo grazie allo straordinario e inesauribile lavoro di Thomas Richards e di Mario Biagini. E in questo quadro, fondamentale è poi il salto di crescita de I Nuovi, i quali si costituiscono in un gruppo autonomo, supportato dal Teatro della Toscana con un sostegno economico che consentirà loro di realizzare un programma del tutto libero progettualmente presso il Teatro Studio di Scandicci, che vivranno e animeranno come loro sede, e in ogni luogo in cui possa essere portata la loro esperienza e il loro messaggio di giovinezza. Nell’ottica della sperimentazione di tutte le arti, centrale è il ruolo del Laboratorio d’Arte diretto da Elena Bianchini, sia per la sua attività nell’ambito delle produzioni della Fondazione, sia per la sua attività formativa sul tema del recupero degli antichi mestieri del teatro (maschere, costumi, attrezzeria, elementi di scena) che creativa in senso generale (arti figurative e plastiche).

Sul territorio continua il grande lavoro della Compagnia delle Seggiole diretta da Fabio Baronti per la valorizzazione dei luoghi storici e delle tradizioni attraverso lo strumento teatro e per la vitalità del dialetto. Fra i luoghi toccati dall’azione della Compagnia anche il Teatro della Pergola, che registra il successo storico delle oltre 300 repliche del viaggio teatrale In sua movenza è fermo. Per la presentazione della Stagione 2020/2021 con gli artisti e gli spettacoli dei “cartelloni gemelli” del Teatro della Pergola e del Teatro Era, con le attività dei Nuovi al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci e le compagnie che faranno parte del programma, nonché per tutte le altre attività e gli altri spazi, l’appuntamento è il 14 ottobre alle ore 11 al Teatro della Pergola e il 15 ottobre alle ore 19 al Teatro Era di Pontedera.

 

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