Ha il cancro, costretto alle ferie per la chemio. "Altrimenti mi licenziano"
"Le mie vacanze? Le passo in ospedale". Drammatica storia per un 51enne veneziano dipendente di un'azienda metalmeccanica in provincia di Venezia. Dichiarato invalido al 100% a causa del linfoma di Hodgkin ha intrapreso una serie di cicli di chemioterapia, inizialmente ogni 20 giorni, oggi, che la malattia sta regredendo, ogni 2 mesi. L'uomo prese diversi giorni di malattia e dopo 10 mesi a casa per curarsi e 3 mesi di ferie pregresse il primo settembre dello scorso anno Franco deve ritornare al lavoro. Ora per fare le sue sedute, visto che l'invalidità gli è stata ridotta all'80%, deve prendere ferie per assentarsi.
"Ho chiesto di poterla fare al giovedi", afferma Franco "così posso sfruttare il sabato e la domenica per poi essere in forza al lunedi per tornare al lavoro dove, ci tengo a sottolinearlo, comprendono la mia situazione". A oggi l'uomo dispone di 22 giorni di malattia per tre anni, che deve farsi bastare considerando che altri giorni vanno persi per una Tac al mese, per le analisi del sangue, mentre per altri accertamenti particolari, come la colonscopia e la gastroscopia, se ne vanno altri tre giorni. "A tutti questi giorni", continua Franco "devo aggiungere anche i 20 giorni di ferie ad agosto, quando l'azienda chiude e io devo farle obbligatoriamente mentre potrei utilizzarle per curarmi".