Cronache

Summer School di Motore Sanità, dal Veneto idee per il futuro

 


Gallio (VI), 18 set. (askanews) - Di fronte a un Sistema sanitario nazionale sempre meno attrattivo per medici e infermieri e una congiuntura economica che impone massima attenzione ai conti pubblici i protagonisti del settore si confrontano per tre giorni in Veneto, a Gallio, sull'Altopiano di Asiago, all'undicesima edizione della Summer School di Motore Sanità, che si propone come un incubatore di idee innovative e proposte concrete per supere anche tante mezze verità e luoghi comuni."Bisogna far capire alla gente - ha detto il direttore scientifico di Motore Sanità, Claudio Zanon - agli operatori e soprattutto alla politica che la sanità non può essere uno scontro ideologico, ma deve basarsi sui fatti e i fatti ci dicono che se non aumenta il livello economico del Paese non può aumentare la sostenibilità del welfare e quindi il finanziamento alla sanità, il secondo punto è che anche le forze politiche devono capire che la sanità è una forma di investimento, non solo di spesa".Temi cruciali che trovano certamente una risposta nell'innovazione, primo strumento per migliorare le cure delle patologie croniche, prevenire le malattie degenerative e aumentare le opportunità di guarigione, purché non si dimentichi l'importanza cruciale del capitale umano."Per quanta tecnologia - ha osservato Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità e al Sociale Regione Veneto - come telemedicina, intelligenza artificiale, teleriabilitazione, telemonitoraggio, non sono sufficienti quindi innovazione sicuramente, tecnologia spinta, il digitale oggi entra in maniera molto forte, ma molta professionalità e quindi molto capitale umano. Questo è il vero obiettivo e la causa principale oggi dei problemi".Una situazione che la Regione Veneto ha già cercato di fronteggiare con incentivi di vario tipo ai professionisti della sanità e con iniziative innovative."Venezia - ha concluso Edgardo Contato, DG azienda ULSS3 Serenissima Regione Veneto - è una realtà particolare, come le zone di montagna noi dobbiamo confrontarci con dei territori che sono di difficile raggiungimento e un'esperienza che io ritengo assolutamente positiva è quella dell'infermiere di famiglia, di comunità, il quale segue le persone e le trova a casa, le supporta e verifica la situazione di vita e anche il giusto approccio alle terapie".Un esempio di come l'organizzazione può allinearsi con i tempi e con la situazione epidemiologica di un Paese che invecchia.




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