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Finanza

Nel luglio 2012 la Commissione europea ha pubblicato la sua proposta di regolamento relativa alle cosiddette “informazioni chiave” ovvero i documenti obbligatori per presentare al pubblico i prodotti di investimento. Dopo anni di negoziati con il Parlamento europeo - che voleva radicalmente estendere il campo di applicazione per includere tutti gli investimenti al dettaglio di qualsiasi tipo - il regolamento finale è stato adottato nell’aprile del 2014.

La normativa prevede che i clienti al dettaglio che desiderano sottoscrivere un investimento ricevano una maggiore protezione quando si tratta di un PRIIP: un acronimo che sta per packaged retail and insurance-based investment products; o anche produits d’investissment de détail et les produits d’investissment basés sur les assurances, cioè investimenti mirati alla clientela retail e prodotti assicurativi. In sintesi si tratta di prodotti finanziari “pressemblati” cioè presentati ai risparmiatori come un pacchetto unico, non modificabile, cui si può solo aderire o no.

Questa è un’enorme categoria di prodotti: fondi, polizze assicurative, strumenti strutturati o investimenti sui derivati.

Ma perché fino a qualche anno fa si chiamvano PRIP con una sola I? Semplice, dal 2014 il regolamento estende i poteri di intervento della MiFID II anche ai prodotti assicurativi, quindi è stata inserita la I di insurance per le assicurazioni, che prima non erano state prese in considerazione.

Nel luglio 2012 la Commissione europea aveva pubblicato una proposta di regolamento sulle “informazioni chiave”, i cosiddetti KID per i prodotti di investimento, un documento riassuntivo il più possibile chiaro e redatto senza troppi termini tecnici incomprensibili. Dal 2014 il regolamento fa parte di un pacchetto legislativo più ampio, destinato a migliorare la sicurezza degli investitori al dettaglio attraverso le nuove norme in materia di standard di consulenza e divulgazione di informazioni.

Ma perché anche qui è stata aggiunta una I e ora si chiamano KIID’s? Per lo stesso motivo accennato prima. Dal 2014 anche la sottoscrizione di contratti assicurativi ricade nello stesso tipo di tutela, ed è stata aggiunta una I, ma stranamente non è quella di insurance, ma quella di investor: Key Investor Information Document, che ha sostituito il Prospetto semplificato.

Durante i negoziati, il Parlamento europeo ha proposto quasi 400 pagine di emendamenti, tra cui una massiccia estensione del campo di applicazione, per cui il regolamento avrebbe dovuto coprire tutti gli investimenti al dettaglio. Ma nonostante questa pressione politica, il regolamento ora si applica solo ai PRIIPs: una categoria ampia, nuova, 'orizzontale' dei prodotti, che può racchiudere una varietà di forme giuridiche - compresi i fondi, depositi strutturati, pensioni, prodotti assicurativi - ma che svolgono funzioni simili per gli investitori al dettaglio.

• sono prodotti pre-confezionati: gli investitori sono esposti alle fluttuazioni nel mercato (piuttosto che ottenere ad esempio un semplice tasso di interesse), senza tuttavia detenere direttamente beni; un terzo elemento interviene tra loro e il mercato;

• sono prodotti rivolti al grande pubblico: per determinarlo basta vedere se un prodotto è davvero proposto al dettaglio, cioè tramite un punto di vendita, banche, promotori, ecc. D’altra parte che senso avrebbe produrre un KIID per un prodotto rivolto solo agli operatori finanziari?

• sono prodotti di investimento in qualche modo complessi: la funzione comune dei PRIIPs è nell'offerta a medio-lungo termine, combinando esposizioni multiple al sottostante. PRIIPs individuali possono offrire funzionalità aggiuntive, per esempio garanzie di capitale o assicurazioni.

Paolo Brambilla

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