Finanza
L’educazione finanziaria in Italia
La “Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio” costituita su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana è una persona giuridica di diritto privato, senza scopo di lucro, che persegue scopi di utilità sociale promuovendo l’Educazione Finanziaria, nel più ampio concetto di Educazione alla Cittadinanza Economica consapevole e attiva, per sviluppare e diffondere la conoscenza finanziaria ed economica.
Miro Fiordi, eletto pochi mesi fa Presidente del Credito Valtellinese, dichiarava al momento del lancio del sito www.feduf.it curato dalla Fondazione “La sfida dell’alfabetizzazione, che ha caratterizzato gli insegnamenti della scuola nel secolo scorso, non ha perso la sua attualità. Se insegnare l’italiano e la matematica, oggi come ieri, è ancora una priorità, è chiaro a tutti che i nostri ragazzi devono anche affrontare nuovi contesti e imparare nuovi linguaggi. In un mondo dove parole come tasso, mutuo e spread sono di uso comune, diventa fondamentale familiarizzare il prima possibile con questi concetti. L’educazione finanziaria e la sua diffusione sono tanto importanti ed attuali da rappresentare uno dei tre pilastri, insieme alle lingue straniere e alla programmazione informatica, del quarto punto del documento programmatico “Ripensare ciò che si impara a scuola” del Governo Renzi”.
E proseguiva “Per portare i cittadini italiani a raggiungere un livello di competenze finanziarie in linea con quello degli altri Paesi è però necessario mettere in comune le esperienze maturate da tutti gli attori attivi sul tema. Con questo intento nasce la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio: un polo unito di partecipanti impegnati nella promozione dell’educazione finanziaria e della cultura al risparmio, nel più ampio concetto di cittadinanza economica. Enti ed istituzioni, pubblici e privati, che lavorano insieme per condividere strategie, sviluppare nuove idee e realizzare progetti”.
Secondo la definizione dell’OCSE, “l’educazione finanziaria è un processo attraverso il quale i consumatori, risparmiatori, investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto per realizzare tali scelte e quali azioni intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione”.
L’educazione finanziaria è oggi, in un mondo attraversato dalla crisi economica e in cui i mercati finanziari sono diventati più complessi e sofisticati, indispensabile nella formazione, soprattutto dei giovani, per l’acquisizione di conoscenze e competenze necessarie per effettuare le scelte più opportune, per avere un corretto rapporto con il denaro e con il suo valore, per essere futuri cittadini informati, attivi e consapevoli.
In questo senso, quindi, l’educazione finanziaria costituisce una parte della cultura di “cittadinanza economica”, particolarmente attenta alla legalità, ad una corretta percezione del valore del denaro e alla responsabilità sociale ovvero a quell’insieme di conoscenze, capacità e competenze che permettono al cittadino di divenire agente consapevole nell'arco della propria vita economica e sociale.
L’educazione finanziaria pertanto è una forma di investimento culturale sul benessere, proprio come l’educazione alimentare lo è sulla salute e si pone quindi come cultura necessaria per la realizzazione e il mantenimento del benessere individuale e sociale.
Nascono nuove iniziative a livello europeo, ma ancora l’Italia è il fanalino di coda fra i Paesi industrializzati.
Un paio di mesi fa il presidente della Fondazione, Andrea Beltratti, dichiarava al Corriere della Sera ”Dare la possibilità ai ragazzi di riflettere sulla relazione tra mondo del lavoro e formazione è non solo importante, ma una vera e propria emergenza. In Italia, secondo i dati Ocse, il tasso di abbandono scolastico nella scuola superiore (17%) è secondo solo a quello della Spagna, gli adulti laureati sono meno del 20% della popolazione e le competenze per trovare un lavoro dei nostri ragazzi risultano nettamente inadeguate rispetto a quelle dei ragazzi residenti in economie più dinamiche”.
Qualcosa però si sta muovendo: sono i giovani universitari in particolare a sentire l’esigenza di affrontare la vita lavorativa con nozioni di base ed esperienze reali in campo finanziario, per non sentirsi esclusi da temi fondamentali nella vita di oggi.
Per i più giovani i responsabili della Fondazione hanno organizzato a Torino nel giugno 2016 insieme al museo del Risparmio un “campus per colmare il gap”, come essi stessi lo hanno definito. Queste iniziative vanno caldeggiate e diffuse in altre città: torneremo sull’argomento domani.
Paolo Brambilla