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Finanza

Dal 2009 la legge finanziaria ha cominciato anche a essere definita come "legge di stabilità". Infatti, l'introduzione di elementi di federalismo fiscale nell'ordinamento degli enti locali territoriali (realizzata dalla riforma costituzionale del 2001), richiede che l'attività finanziaria statale venga coordinata con quella locale.

La legge di stabilità per il 2016 (legge 28 dicembre 2015, n.208) contiene le misure necessarie a conseguire gli obiettivi di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015, parzialmente modificati nel corso dell'iter del provvedimento con un maggior ricorso ai margini di flessibilità previsti in sede europea.

Insomma Legge di Stabilità è la denominazione "rinnovata" della tradizionale Manovra Finanziaria (quella 2016 è l'ultima, dal 2017 diventa parte della Legge di Bilancio). Prevede misure su pensioni, IMU-TASI, sgravi IRAP agricola, taglio IRES, assunzioni agevolate a tempo indeterminato, innalzamento del tetto al contante, sconti fiscali legati al salario di produttività.

In campo finanziario sottolineiamo che si introduce una addizionale IRES del 3,5% per gli enti creditizi e finanziari (compresa la Banca d'Italia, ma non le imprese di assicurazione e capigruppo) a decorrere dal 2017 allorché verrà ridotta l’aliquota IRES dal 27,5 al 24% in modo da mantenere sostanzialmente invariato il tributo. Però si rendono integralmente deducibili dall'IRES gli interessi passivi per enti creditizi e finanziari, anche a fini IRAP.

Si riforma inoltre il sistema di vigilanza sui promotori finanziari e consulenti finanziari istituendo un nuovo organismo per la tenuta dell'Albo unico. Si prevede inoltre la revisione del sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela, la cui disciplina viene affidata alla Consob.

L’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016 non ne comporta automaticamente l’operatività: per attuare effettivamente tutte le novità inserite in manovra sono previsti oltre 70 decreti attuativi.

Sulla portata della legge di stabilità intervistiamo Alessia Potecchi, Presidente dell’Assemblea Metropolitana del PD a Milano:

“La legge di stabilità 2016? Una scommessa, non un gioco d'azzardo. Occorre una strategia: c'è finalmente un cambiamento. Renzi ha assunto un atteggiamento intransigente nei confronti dell'Europa: viene archiviato il comportamento succube, quasi servile, che ha caratterizzato i governi degli ultimi anni. L'Italia fa valere nei confronti dell'Europa la propria opinione e riesce, insomma, a rimettere in discussione la linea dell'austerità che si è rivelata un gigantesco boomerang per tutti”.

Ma quali potrebbero essere gli effetti per il rilancio dell’economia?                                                                               

“La legge di stabilità apre un varco per favorire scelte che daranno una funzione dinamica all'economia in Italia ed in Europa. Certo, non mancano le critiche. Ma non si può sottovalutare la novità di misure finalizzate ad una politica espansiva. Come dicevo prima, si tratta di una scommessa, ma non di un azzardo. Bisogna fare in modo che le scelte fatte non siano tattiche. Vanno affrontati con decisione in termini nuovi i problemi legati alla riqualificazione e alla riduzione della spesa pubblica. In particolare c'è una svolta nella concezione della politica fiscale. Il fisco deve essere intelligente. Deve far crescere il Paese in termini di equità e di certezza. È ridicolo avere quella visione desueta del fisco secondo la quale si è di sinistra imponendo tasse su tasse per far "piangere" i ricchi. È questa una politica di sinistra vecchia, espressione di un mondo che non vive ma sopravvive”.

Questo significa che l’imprenditoria privata potrà avere un po’ di respiro?

“Olaf Palme ammoniva: "con la politica fiscale non si fa la lotta la ricchezza; si combatte la povertà". Luigi Einaudi aggiungeva: "occorre andare incontro alle esigenze di sicurezza della maggior parte degli uomini, a condizione che sia serbata in vita la minoranza di uomini disposti a vivere incertamente, correre rischi, a ricevere onorari invece di salari, profitti invece di interessi".

Paolo Brambilla

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