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Finanza

“Servono urgenti riforme strutturali per stimolare la crescita e porre fine all'era dei bassi tassi di interesse che sono un motivo di preoccupazione grave e legittimo”.

Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, intervenendo sul giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, a solo un giorno dall'intervento del presidente della Bce, Mario Draghi, di fronte al Parlamento tedesco. 

"Saremo in grado di lasciare questa fase di bassi tassi di interesse dietro di noi solo se avremo una crescita più sostenibile in Europa", affermava Schaeuble. "Noi - aggiunge - non raggiungeremo questo obiettivo se continueremo a camminare sui vecchi sentieri del denaro fresco, ma solo se cambieremo rotta".

Per il ministro delle Finanze tedesco sono necessarie ulteriori riforme strutturali e i governi devono iniziare a ridurre i propri "insopportabilmente alti debiti" al fine di diventare più forti contro gli shock esterni. Il tedesco Gunther Krichbaum, il capo della commissione parlamentare Affari europei che ha invitato Draghi a Berlino, dice a Reuters che Draghi deve aspettarsi una discussione franca. "Siamo parlamentari, non diplomatici. Ovviamente ci saranno domande critiche, ma Draghi è in grado di gestire la situazione", aggiunge Krichbaum, secondo cui i legislatori tedeschi chiederanno conto al banchiere centrale del quantitative easing e della salute del settore bancario in Italia.

Dopo Deutsche Bank e le incognite della sua possibile maxi-ammenda americana, ormai è l'altro grande istituto di credito tedesco, la Commerzbank, a inquietare i mercati con indiscrezioni su un 
possibile taglio di quasi un quinto dei posti di lavoro e una rinuncia al dividendo. Una riduzione di 9.000 dipendenti sui circa 50 mila attuali nei prossimi anni viene prevista dal quotidiano tedesco 
Handelsblatt che ha quasi raddoppiato la stima fatta dal Wall Street Journal pochi giorni fa.

Le "drastiche misure" con cui il nuovo amministratore delegato Martin Zielke intende "ristrutturare" il secondo maggiore istituto di credito tedesco, secondo l'autorevole quotidiano, per gli azionisti prevedono una nuova rinuncia al dividendo che dal 2007 la banca era tornata a distribuire solo l'anno scorso. Gli analisti si aspettavano 20 centesimi scarsi di euro, un po' meno del 2015.

A far paura sui mercati è però soprattutto Deutsche Bank, la maggiore banca tedesca per asset che il Fondo monetario internazionale (Fmi) l'estate scorsa ha indicato come un significativo rischio per la stabilità finanziaria globale. Un paio di settimane fa il Dipartimento di Giustizia Usa ha chiesto a Deutsche un risarcimento di 14 miliardi di dollari contestando pratiche scorrette nella vendita di obbligazioni garantite da mutui subprime: il titolo ha perso il 10% in una settimana (-55% in un anno) e subito dopo i "credit-default swap" - i contratti di assicurazione dal rischio fallimento - hanno toccato il massimo storico per quando riguarda il debito subordinato.

Tra smentite sulla necessità di aiuti pubblici e ricapitalizzazioni, la cancelliera Angela Merkel ha evitato commenti nel merito ("ovviamente ci auguriamo" un "buon sviluppo" nonostante le "difficoltà") ma esponenti dei due partiti che compongono la Grande coalizione di Berlino hanno escluso salvataggi.

Media e banchieri spiegano parte dei problemi delle due banche tedesche con la politica dei tassi zero della Bce e, come dicevamo a proposito di Schaeuble, anche il capo economista di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau, ha sostenuto che la "politica monetaria aggressiva, non-convenzionale" della Bce "contribuisce ad un aggravamento dei problemi dell'Europa".

Paolo Brambilla

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