Affari Europei
Austria chiede all'Ue lo stop al processo di adesione della Turchia all'Ue

Dopo il fallito golpe e la crisi diplomatica con Bruxelles ora l'Austria chiede che l'Ue sospenda il processo di adesione della Turchia all'Unione
Il capo del governo austriaco, Christian Kern, ritiene che l'Ue debba chiudere i negziati di adezione con la Turchia, dopo le epurazioni condotte dal governo all'indomani del fallito golpe. Lo ha detto alla tv pubblica Orf. Kern chiederá ai suoi alleati europei di fare il passo nella riunione dei capi i Stato e di governo dell'Ue il 16 settembre, a Bratislava. "Avvieremo una discussione su questo e chiederemo concetti alternativi", ha detto nell'intervista. "Sappiamo che gli standard democratici dell Turchia sono lontani dal giustificare la sua adesione". Un altro elemento dirimente, ha aggiunto, sono "le enormi disparita' economiche" tra Europa e Turchia. "Non vedo possibile un'adesione della Turchia nel giro di anni, ma neppure decenni".
Si allarga il fonrte anti Turchia
Sono molti i Paesi che ritengono che la Turchia non debba entrare in Europa. Sia Germania che Francia hanno enormi dubbi a riguardo, ma le due cancellerie si guardano bene dal fare commenti in un momento cosí complicando, pur sapendo che comunque il prcesso di adesione richiede anni.
Interessi economici e geopolitici
Il punto é che la Turchia é un alleato fondamentale per l'Unione europea. Non é solo un partner commerciale rilevante, ma é anche il secondo Stato della Nato con l'esercito piú grande e un attore di primo piano in Medio Oriente. Il punto é che spesso Ankara porta avanti una politica estera fortemente contraria agli interessi europei (come nel caso degli aiuti all'Isis). E' tuttavia un partner strategico per cercare di normalizzare l'area.
La questione migranti
Nella stessa Austria sono in molti peró a temere che una rottura del processo di adesione della Turchia all'Europa porti ad un deteriorarsi definitivo delle relazioni diplomatiche tra Bruxelles e Ankara con la relativa decisione di Erdogan di rescindere il patto sulla gestion dei flussi migratori. A rimetterci sarebbero in primis i greci, ma poi tutti i Paesi della rotta balcnica.
Deputati Ankara a Bruxelles, delude reazione Ue a golpe
Quattro giorni di missione a Bruxelles per raccontare "alle controparti" come sono andate le cose la notte del 15 luglio ed esprimere la propria "delusione" per la scarsa solidarieta' dimostrata dall'Occidente dopo il tentato colpo di Stato in Turchia. Una delegazione di eletti turchi, componenti della Commissione Affari Esteri del parlamento di Ankara, ha concluso oggi la sua visita nella capitale belga con una conferenza stampa, a molti apparsa come il vero motivo del viaggio, visto che gli incontri "istituzionali" si sono limitati a una delegazione di parlamentari belgi e a funzionari del ministero degli esteri del regno.
A nome di tutti i suoi colleghi ("in rappresentanza dei partiti di governo e dell'opposizione") ha parlato con i giornalisti in realta' solo la giovane deputata del partito di maggioranza, l'AKP di Racep Tayyip Erdogan, Sena Nur Celik. "E' la prima volta che un paese candidato all'ingresso in Ue subisce un tentativo di colpo di Stato - ha spiegato - e ci aspettavamo che i paesi europei ci esprimessero solidarieta', un po' come e' accaduto con la Francia quando ci sono stati gli attentati. Invece, nei giorni seguenti, abbiamo dovuto leggere sulla stampa internazionale un 'nonsense' come l'ipotesi di una regia del golpe da parte del presidente Erdogan: sarebbe come dire che l'11 settembre e' stato organizzato dagli Stati Uniti o che gli attentati di quest'anno a Bruxelles sono stati orchestrati dal governo belga".
La deputata ha escluso che il ripristino della pena di morte sia nell'agenda parlamentare, e ha aggiunto che difficilmente potrebbe essere approvato visto che servirebbe una maggioranza pari ai due terzi dell'assemblea; inoltre, ha citato il ministro degli Esteri Cavusoglu respingendo le preoccupazioni di Amnesty international su possibili casi di tortura in carcere degli arrestati. "Tutte le misure prese dopo il tentato golpe hanno come obiettivo quello di evitarne di nuovi, e tutti gli arresti riguardano persone vicine a Fetullah Gulen, che sappiamo essere all'origine del colpo di stato", ha sottolineato Celik.