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Affari Europei
Brexit, dati economici positivi: ecco perché l'economia Uk non peggiora

BREXIT? ALTRO CHE CATASTROFE ECONOMICA

Avrebbe dovuto essere un disastro. L'esito del referendum sulla Brexit avrebbe dovuto fatto piombare la Gran Bretagna in una situazione drammatica a livello economico. Si preannunciava un'estate a tinte fosche. Una vera catastrofe post Brexit. E invece la realtà sembra molto diversa. Anzi, a dirla tutta, sembra persino che per molti sudditi di Sua Maestà le cose vadano benone. Eppure già dalle prime ore del 24 giugno scorso tutti i maggiori economisti e istituzioni si erano affrettati a maledire il voto del Regno Unito. Si parlava già di recessione, di "brecession". 

I DATI FANNO SORRIDERE LONDRA

Dopo l’indice Pmi sulla manifattura è arrivato quello sui servizi in attesa dei dati sulla produzione industriale, commercio, costruzioni. L’economia di Londra rimbalza con energia dopo la caduta innescata dal voto sulla Brexit ed oggi, a due mesi e mezzo dal referendum, ne riduce gli effetti immediati. E' infatti previsto un nuovo direttivo della Banca d'Inghilterra che, dopo aver abbassato i tassi, potrebbe estendere ulteriormente il programma di 'quantitative easing'. Se le conseguenze del referendum sulla Brexit di giugno sull'economia albionica sono ancora difficili da stimare, nell'immediato si preferisce garantire ampia liquidità ed esaminare i primi dati macroeconomici del post-Brexit, quelli relativi a luglio. Dopo i segnali contrastanti giunti dalla produzione industriale (cresciuta più delle attese ma con una frenata del manifatturiero), sono ora attesi i numeri su inflazione, disoccupazione, retribuzioni e vendite al dettaglio. Intanto David Davis, il sottosegretario alla Brexit, è atteso alla Camera dei Comuni martedì per aggiornare il Parlamento sui piani del governo. 

STOP AL DEFICIT, AUMENTO DI EXPORT E IMPORT

Nel primo test post Brexit per la bilancia commerciale britannica il deficit si è ridotto a luglio, primo mese completo dopo il voto a favore della Brexit. Il disavanzo relativo agli scambi di merci si è attestato a 11,8 miliardi di sterline, pari a 14 miliardi di euro, nel mese di luglio contro i 13 miliardi di sterline registrati il mese precedente, dopo una revisione. Tale miglioramento è spiegato principalmente da un aumento delle esportazioni mentre la caduta delle importazioni è legata, tra l'altro, al calo delle consegne di veicoli. Con la Ue, il cui mercato rappresenta circa la metà degli scambi commerciali della Gran Bretagna, risulta in aumento sia l'export che l'import. Per gli economisti il recente deprezzamento della sterlina dopo la decisione britannica di lasciare l'Unione, potrebbe determinare un aumento delle esportazioni del Paese rendendo i prodotti più competitivi sul suolo britannico. Tale sviluppo potrebbe però richiedere del tempo e potrebbe comunque essere compensato da un aumento delle importazioni. L'ufficio di statistica nazionale ha spiegato che "i dati mensili sono spesso volatili e non è facile registrare un impatto del deprezzamento della sterlina nei dati rilasciati" per cui sarà necessario "osservare l'andamento dei prossimi mesi per avere un quadro più chiaro". Ma si fa sempre più strada la convinzione che nell'immediato la Brexit non porterà effetti negativi sull'economia britannica. Certamente più problematico il discorso sul lungo termine. Ma della catastrofe annunciata, al momento, non c'è l'ombra.

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