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Affari Europei
Brexit, la mannaia dell'Ue su Londra: "Niente accordo senza backstop Irlanda"

Brexit: Europarlamento, nessun accordo senza un backstop Irlanda

Il Parlamento europeo ha ribadito che non dara' il via libera a un accordo sulla Brexit senza il backstop o "soluzioni alternative" credibili che consentano di evitare il ritorno della frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del Nord, preservando al contempo l'integrità del mercato unico. Il Parlamento europeo è disponibile a esaminare "soluzioni alternative" al backstop che siano giuridicamente e operativamente credibili e in linea con i principi guida dell'UE. Tuttavia, "non darà il proprio consenso a un accordo di recesso che non preveda alcun backstop" si legge nella risoluzione adottata a larga maggioranza dall'Europarlamento. Il testo è stato approvato dalla plenaria di Strasburgo con 544 voti a favore, 126 contrari e 38 astensioni. 

Brexit, ora è muro contro muro tra Bruxelles e Londra

Secondo l'Europarlamento le "soluzioni alternative" all'attuale versione del backstop per l'Irlanda "sono accettabili solo se consentono di evitare infrastrutture fisiche alle frontiere o le ispezioni e i controlli connessi, di tutelare l'economia dell'isola nel suo insieme, di salvaguardare l'accordo del Venerdi' santo, tra l'altro mantenendo le condizioni necessarie per portare avanti la cooperazione nord-sud, e di garantire l'integrita' del mercato interno dell'Unione". Lo stesso Europarlamento "esprime la propria disponibilita' a reintrodurre un backstop per la sola Irlanda del Nord", come era stato concordato tra l'Ue e Theresa May nel dicembre del 2017, prima che il governo britannico cambiasse idea chiedendo di allargare il backstop a tutto il Regno Unito. Nella risoluzione, il Parlamento europeo dice di continuare a sostenere una "Brexit ordinata" basata sull'accordo di ritiro gia' negoziato con May. Secondo gli eurodeputati, l'attuale accordo di recesso tiene conto delle "linee rosse" del Regno Unito e dei principi fissati dall'Ue per i negoziati, fornendo una soluzione equa e equilibrata, che salvaguarda i diritti dei cittadini, offre un meccanismo per gli obblighi finanziari del Regno Unito e risponde alla richiesta britannica di un periodo di transizione. Tuttavia, visti gli sviluppi della politica interna britannica e la sospensione del Parlamento a Londra, un no-deal e' "piu' probabile", avverte l'Europarlamento. Secondo gli eurodeputati, il Regno Unito dovrebbe assumersi la piena responsabilita' di un'uscita senza accordo e delle gravi conseguenze che cio' comporterebbe. L'Europarlamento "osserva che in assenza di un accordo di recesso non possono esservi ne' un periodo di transizione, ne' eventuali 'mini-accordi' volti a contribuire a mitigare le perturbazioni causate da un'uscita disordinata", si legge nella risoluzione. I deputati europei si dicono comunque pronti sostenere una eventuale "proroga" della Brexit oltre il 31 ottobre, ma a condizione che il governo britannico indichi "motivi e finalita' per una tale estensione (ad esempio evitare un'uscita senza accordo, svolgere elezioni generali o un referendum, revocare l'articolo 50 o approvare un accordo di recesso)" e "sempre che i lavori e il funzionamento delle istituzioni dell'Unione non siano pregiudicati".

BREXIT: VERHOFSTADT, 'NON ACCETTEREMO MAI UNA SINGAPORE NEL MARE DEL NORD'

Il Parlamento Europeo non accetterà "mai" che il Regno Unito diventi una "Singapore nel mare del Nord". Lo ha affermato Guy Verhofstadt, europarlamentare belga del gruppo Renew Europe, coordinatore dell'Aula per la Brexit, durante il dibattito in plenaria a Strasburgo sull'uscita del Regno Unito dall'Ue. "Sulla relazione futura tra Ue e Regno Unito - ha detto l'eurodeputato belga - è bene ripetere, visto che oltre il 60% dei membri di questa Camera sono nuovi, che questo Parlamento non accetterà mai un accordo con il Regno Unito in cui quest'ultimo può avere tutti i vantaggi del libero commercio, con tariffe zero senza allinearsi ai nostri standard ecologici, sanitari, sociali e di sicurezza". "Questo non succederà - ha aggiunto - so che alcuni britannici pensano che alla fine dei negoziati gli europei cederanno: forse, è possibile, ma non siamo stupidi. Non uccideremo le nostre imprese: difenderemo le nostre imprese, la nostra economia, il nostro mercato unico. Non accetteremo mai una Singapore nel Mare del Nord. Non succederà".

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