Brexit, Londra dice addio al Commonwealth. Benvenuti Usa e Cina
Brexit, i consiglieri di Theresa May suggeriscono di abbandonare l'idea di Commonwealth per rilanciare l'economia britannica e puntare tutto su Cina e States
Durante la campagna per la Brexit i sostenitori del Leave ripetevano che la Gran Bretagna sarebbe stata meglio fuori dall'Unione europea perché sarebbe stata piú libera di commerciare con il Commonwealth. Dopo la disgregazione dell'Impero britannico Londra mantenne buone relazioni con gli ex Stati coloniali (India, Australia, Canada, ...), riuniti appunto sotto la sigla Commonwealth e sotto la Corona inglese.
Nel Commonwealt molti Brics ma nessuna economia di traino
Oggi peró, dopo che gli elettori britannici hanno votato per il Leave, i consulenti del premier May bocciano l'idea di puntare tutto sulle ex colonie. Anzi, per Gregor Irwin, ex economista della Banca di Inghilterra e del Foreign Office, bisogna guardare a Cina e Stati Uniti. Il punto é che solo questi due Stati hanno le dimensioni e la forza economica per garantire prosperitá alla Gran Bretagna.
Irwin: puntare su Cina e Usa. In Europa su Svizzera, russia e Turchia
"La politica commerciale del Regno Unito richiederà una forte definizione di priorità viste le scarse risorse diplomatiche", scrive Irwin in un report. "Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero essere le priorità, anche se per motivi diversi. Il governo non deve passare troppo tempo ad intavolare accordi con l'India o l'Australia, e dovrebbe in gran parte dimenticare il Canada".
Secondo Irwin “Vale la pena di cercare di incrementare il commercio in Asia, in particolare in Giappone, Corea del Sud e nei paesi dell'ASEAN. Con il Golfo meglio non esagerare. Infine, Theresa May non dovrebbe trascurare i paesi europei che non sono membri dell'Ue, in particolare la Russia, la Turchia e la Svizzera. Ci sono significative opportunità con tutti e tre questi partner, anche se i progressi con la Russia dipendono dall'evoluzione del rapporto diplomatico”