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Affari Europei
Niente Brexit, c'é l'accordo in Ue. All'Inghilterra uno 'status speciale'

Al vertice del Consiglio europeo i ventotto capi di Stato e di governo dell'Unione hanno trovato l'accordo, l'Ue é salva, niente Brexit. Il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, lo ha annunciato su Twitter: "L'accordo c'é, il sostegno é stato unanime". L'accordo é stato raggiunto sulla base di un testo presentato dai presidenti della Commissione e del Consiglio, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, dopo due giorni di trattative e incontri bilaterali. Sul tavolo i due leader Ue hanno messo una proposta "molto equa e bilanciata" che tiene conto delle sensibilita' di tutti i Ventotto leader. 

 

 

CAMERON - E' un premier britannico particolarmente soddisfatto quello che annuncia la firma dell'accordo. Il testo prevede che "al momento della prossima revisione dei Trattati" verrà inserito un paragrafo in cui sarà esplicitamente scritto che la gran Bretagna è esentata dal concetto di "ever closer Union", il principio di unione sempre più stretta su cui si fonda l'Europa sin dal Trattato di Roma del 1957.

La Gran Bretagna "non farà mai parte del superstato europeo", ha detto Cameron nella conferenza stampa al termine della maratona negoziale al vertice europeo. “Ora posso raccomandare ai cittadini di votare sì all'accordo raggiunto oggi”  

L'accordo tra Ue e Gran Bretagna entrerà in vigore solo quando il governo britannico comunicherà che il referendum avrà confermato la volontà di restare nella Ue. Nel testo dell'accordo è scritto che l'intero pacchetto di accordi, in caso contrario, "cesserà di esistere".

L'accordo raggiunto al vertice europeo "è legalmente vincolante" e "sarà depositato alle Nazioni Unite", specifica David Cameron . "Saremo influenti nelle decisioni che ci interessano e avremo la possibilità di prendere iniziative, non parteciperemo ai salvataggi finanziari, all'euro e ai confini aperti", ha detto il premier inglese. "Saremo protetti in modo permanente, la supervisione delle nostre banche resta a noi, l'Eurozona non sarà un blocco che può agire contro di noi e non saremo discriminati", ha aggiunto.

"Come tutti i britannici, avevo dubbi sulla Ue come organizzazione e ancora ce li ho, ma non bisogna starne fuori solo perché è frustrante, la risposta è stare in una Ue riformata", ha detto il premier britannico.

La Gran Bretagna potrà attivare per 7 anni il cosiddetto 'freno d'emergenza' per l'accesso dei benefici al welfare. Nel testo dell'accordo con l'Ue, dopo oltre 24 ore di negoziato, è precisato che la limitazione si applicherà "a tutti i lavoratori nuovi arrivati per un periodo di 7 anni".

Tra Regno Unito ed Unione europea e' 'crisi di coppia', come dimostrano le parole dei diretti interessati usate al termine dei lavori del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue. Il primo a rilasciare dichiarazioni e' stato il premier britannico David Cameron, che in conferenza stampa tra le altre cose ha detto di non essere un'entusiasta dell'Ue e la sua capitale. "Non amo Bruxelles, amo la Gran Bretagna". Parole che non sono passate inosservate ai leader di Consiglio europeo e Comissione europea, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker, che hanno atteso la conferenza stampa congiunta per rispondere per le rime al partner. "I amo la Gran Bretagna e amo Bruxelles", ha detto a un certo punto del suo intervento Tusk, dando il 'la' a Juncker, che ha volutamente risposto per le rime a Cameron. "Amo Bruxelles piu' di altre parti d'Europa", ha detto con ironia pungente Juncker.

RENZI - Matteo Renzi annuncia da Bruxelles, al termine della lunga maratona negoziale sulla Brexit, che "nei prossimi mesi sara' necessaria una riflessione sull'Europa". Il premier definisce l'intesa "un buon compromesso" e afferma che "ora la parola " sul futuro di Londra nell'Ue o fuori "spetta ai cittadini britannici" che si esprimeranno con un referendum sull'accordo raggiunto stasera.

Sulla gestione europea dell'emergenza migranti, con i paesi dell'Est Europa "non ci sono tensioni, non ci sono ricatti, non ci sono minacce": ma, ha chiarito il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio Europeo, "dico solo che la solidarieta' non puo' essere monodirezionale, e' 'double face' e se si e' solidali nel prendere i fondi europei lo si deve essere anche nel dare assistenza ai migranti". La polemica e' partita ieri con le dichiarazioni di Renzi durante il dibattito dei leader sull'immigrazione, ed e' proseguita oggi con la risposta del governo polacco in cui si invitava il premier italiano a non fare ricatti.

L'accordo sulle nuove relazioni fra Regno Unito e Europa deve essere l'occasione per avviare una riflessione "su che cos'e' l'Europa": secondo Renzi, infatti, "se non ripartiamo con un'Europa innovativa, affascinante, dinamica, comunque perdiamo la sfida con la storia". Il presidente del Consiglio ha sottolineato che la campagna elettorale per il referendum sara' l'occasione di discutere "non solo nel Regno Unito, perche' il rischio e' quello di perdere il sogno originale dell'Europa". E anche "se per i cultori del diritto europeo" i termini dell'accordo raggiunto oggi possono " essere considerati un precedente", secondo il premier "il bicchiere e' piu' mezzo pieno, anzi pieno a tre quarti, che mezzo vuoto" perche' "e' meglio un Regno Unito che fa chiarezza rispetto a continuare con un atteggiamento ondivago nei confronti dell'Europa".

IL TWEET LITUANO - Il primo a dare la notizia dell'accordo era stato il premier lituano Dalia Grybauskaite che sul suo profilo Twitter ha annunciato "Accordo raggiunto. E' finito il teatrino". A smentirla sempre via Twiter era stato il portavoce del presidente del Consiglio, Donald Tursk: "Non c'e' ancora un accordo". Smentito a sua volta da Tusk stesso.

LA MINACCIA DI ATENE - La Grecia aveva minacciando di bloccare l'accordo fra Ue e Regno Unito se non avesse ricevuto garanzie sulle sue frontiere sotto pressione per la crisi dei migranti. La questione della gestione delle frontiere greche è emersa già nella giornata di giovedí, quando i capi di Stato e di governo dell'Ue hanno affrontato il dossier immigrazione durante la cena di lavoro. Per ricevere rassicurazioni la Grecia aveva rallentando i lavori del Consiglio e minacciato veti nei negoziati con il Regno Unito in assenza di garanzie sull'apertura delle frontiere con l'ex repubblica jugoslava di Macedonia (si temono barriere anche li') e di non isolamento nella gestione delle frontiere esterne (Turchia e mare).

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