Affari Europei
Corea del Nord, ecco le quattro opzioni che ha Trump
La Corea del Nord lancia un missile balistico che sorvola il Giappone. Tensione internazionale ai massimi. Trump ha quattro opzioni sul tavolo
L'ultima provocazione della Corea del Nord arriva sotto forma di un missile balistico lanciato in direzione degli Stati Uniti che dopo aver sorvolato il Giappone si é inabissato nell'Oceano Pacifico. E subito é scattata l'allerta internazionale con le cancellerie di mezzo mondo che si sono attivate per arginare la minaccia coreana. La feroce dittatura di Kim Jong Un ha ormai sviluppato la tecnologia nucleare necessaria per la costruzione di una bomba e con il lancio del vettore il segnale é chiaro: possiamo colpire Giappone e Stati Uniti in qualunque momento.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu
Nelle prossime ore si riunirà il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per decidere come intervenire per evitare che la Corea del Nord diventi (o meglio dire resti) una minaccia per la sicurezza globale. Nel consiglio di sicurezza ci sono i membri permanenti: Usa, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina. E quelli temporanei: Giappone, Egitto, Senegal, Ucraina e Uruguay. Gli Usa guidano il fronte piú duro, seguiti dal Giappone, direttamente interessato dalla rotta del missile, e Ucraina, che dopo la guerra in Crimea con Mosca guarda a Washington come al big brother in grado di difenderla. Francia e Gran Bretagna sono della partita, anche se temono gli effetti della guerra. Russia e Cina sono gli stati più cauti, anche se l'instabilità internaizonale che Pyongyang sta creando nuoce ai loro interessi. Ma anche se al Palazzo di vetro si dovesse arrivare ad un accordo per delle sanzioni quali sono le reali opzioni di Trump?
La mediazione della Cina
Pechino é l'alleato più potente (e anche l'unico) che ha la Corea del Nord. Pechino ha sempre sfruttato la minaccia atomica di Pyongyang come arma di ricatto internazionale, ma ora il dittatore Kim Jong Un é sfuggito di mano. Washington sta facendo pressioni su Pechino perché intervenga e un'arma nelle mani di Trump sono i commerci. L'amministrazione Usa potrebbe chiudere un occhio sulle irregolarità delle imprese asiatiche in cambio di un intervento di mediazione.
L'assassinio e un cambio di regime
L'Onu non potrebbe mai appoggiarlo, ma un omicidio del dittatore e un cambio di regime potrebbe essere la strada piú indolore. Il vero problema sono le alternative. Quella della dinastia Kim é una feroce dittatura che non ha lasciato spazio al dissenso e al momento non é chiaro chi potrebbe prendere il posto di Kim Jong Un. Il timore é che possa arrivare qualcuno di ben peggiore o, ancora peggio, una crisi del sistema di potere che trasformi il Paese in uno stato in guerra civile.
L'attacco preventivo
E' l'opzione che tutti temono. Un bombardamento da parte dell'aviazione e della marina statunitense delle postazioni militari e dei siti nucleari nordcoreani. L'invasione via terra da parte delle truppe del Sud e una guerra con centinaia di migliaia di morti, molti dei quali civili. Il tutto sempre che Pechino non intervenga. A pagare il prezzo piú grande sarebbe Seoul che é nel mirino dall'artiglieria nordcoreana e che subirebbe pesantissime perdite.
Lo staus quo (con qualche sanzione)
L'opzione piú plausibile é la quarta. L'Onu vara nuove sanzioni nei confronti della Corea che non avranno alcun effetto (visto che ormai non ha rapporti economici con quasi nessuno Stato). Aumenta l'isolazionismo del Paese che viene osservato da vicino, almeno fino al prossimo test.
La mediazione di Bruxelles
In questo scenario un elemento di mediazione potrebbe essere rappresentato da Bruxelles che in qualità di ente sovranazionale potrebbe porsi come interlocutore tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Nessuno si fa illusioni, Pyongyang non é mai stata aperta al dialogo, ma Mogherini non puó non tentare.