Affari Europei
Francia, trionfo Macron. Bruxelles esulta ma guarda con timore all'Italia

Macron é il nuovo presidente di Francia. L'Ue é salva, ma a Bruxelles ora guardano con paura al Movimento 5 Stelle
I sondaggisti per una volta non hanno toppato. Emmanuel Macron é il nuovo presidente della Repubblica francese. Battuta Marine Le Pen che però mette a segno un risultato che nessuno fino a qualche hanno fa nel Front National avrebbe mai potuto sperare. A Bruxelles stappano bottiglie di champagne per lo scampato pericolo. E se a Berlino Merkel é sicura di avere la vittoria in tasca, tutti ora guardano con preoccupazione quello che sta accadendo in Italia. Sará il M5S a mettere la parola fine all'Unione europea?
Macron batte Le Pen sonoramente
Questa volta non ci sono dubbi. Emmanuel Macron, leader di En Marche!, é il uovo inquilino dell'Eliseo. Risultato ottenuto con un ampio margine. Per l'ex ministro dell'Economia del governo Hollande si tratta di una vittoria epocale visto che fino ad un anno fa la sua formazione era inesistente. Liberale, europeista convinto, sposato con una donna più anziana di lui di 24 anni, Macron é stato in grado di convincere gli elettori di centrodestra e di centrosinistra che con lui all'Eliseo le cose sarebbero andate meglio.
Le Pen sconfitta ma soddisfatta per l'impresa
A piangere lacrime amare é Marine Le Pen, l'eterna seconda di queste ultime elezioni francesi. Chi guarda il bicchiere mezzo vuoto é convinto che il Front National non possa mai aspirare a governare la Francia. Chi invece guarda quello mezzo pieno si sente orgoglioso di aver messo nel sacco i partiti tradizionali e di essere stati battuti solo perché tutti i partiti dello scacchiere politico francese si sono alleati.
La Francia dice addio al suo bipolarismo
Già, perché queste elezioni sanciscono la morte del bipolarismo francese. I Repubblicani e il Partito socialista non sono arrivati al ballottaggio, cosa che non era mai accaduta nella storia del Paese. Fillon é stato vinto al primo turno, investito dal caso Penelopegate. Mentre il Ps risente ancora dei cinque anni del disastroso governo Hollande. En Marche! in qualche modo raccoglie l'eredità delle due formazioni, proponendo una piattaforma moderata, liberale (ma con un occhio alle aziende francesi e al welfare) e soprattutto europeista.
L'Unione europea grande vincitrice di queste elezioni
E infatti a Bruxelles tirano un lungo sospiro di sollievo. Giá, perché Emmanuel Macron é il miglior presidente della Repubblique che potessero sperare. E' un europeista convinto e in campagna elettorale non lo ha nascosto, ma ne ha fatto una bandiera. Critica l'Unione per la sua mancanza di vicinanza ai cittadini colpiti dalla crisi, ma ha sempre sottolineato che il futuro di Parigi é nell'Unione e nella moneta unica, rispettando i patti di bilancio. Parole molto gradite da Jean Claude Juncker.
La Germania non preoccupa Juncker
E se la Francia si puó dire al sicuro, Bruxelles non é neppure intimorita dalla Germania. I due candidati in lizza per la cancelleria sono Angela Merkel, deus ex machina di questa Unione, e Martin Schulz, ex presidente del parlamento europeo. Se i rischi per Bruxelles non vengono da Berlino, che andrà al voto in autunno, potrebbero invece arrivare da Roma.
Bruxelles ora guarda a Roma
La Commissione ha brindato alla rielezione di Matteo Renzi alla segreteria del Partito democratico. Il Pd é infatti l'unica formazione in grado di tenere testa al Movimento 5 Stelle. E Matteo Renzi sempre essere l'unico leader capace di raccogliere il plauso dell'opinione pubblica. Certo, magari i fasti delle scorse Europee non si ripeteranno, ma per Bruxelles Renzi rappresenta l'alfiere dell'europeismo italiano.
Renzi mantiene l'Italia saldamente in Europa
Certo non piacciono le frecciatine che il segretario democratico riserva periodicamente all'Unione. Ma Juncker sa che l'ex premier mai guiderebbe l'Italia fuori dall'Ue. Mentre su grillo qualche dubbio c'é. Prima di tutto perché vuole indire un referendum sull'euro. E in secondo luogo perché, privi di esperienza di governo, i pentastellati, temono a Bruxelles, potrebbero nascondere i propri fallimenti di governo sotto il tappeto, puntando il dito contro Bruxelles e chiamando gli italiani all'ItalExit per salvarsi la faccia.
O l'Europa cambia o muore
Juncekr e Tusk possono tirare un sospiro di sollievo visto che hanno evitato una catastrofe in caso di vittoria di Marine Le Pen. Ma l'Unione europea non si puó dire certo al sicuro, anzi. La casa comune del Vecchio continente non é mai stata così in pericolo. Crisi economica, immigrazione, Brexit, aggressività russa e terrorismo mettono in serio pericolo il futuro dell'Ue. O i 27 Stati membri saranno in grado di reagire all'unisono, oppure prima o poi un altro Paese lascerà l'Unione e allora sarà la fine del sogno di Spinelli.