Elezioni in Grecia, tutti i protagonisti. Così il voto influirà sull'Ue - Affaritaliani.it

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Elezioni in Grecia, tutti i protagonisti. Così il voto influirà sull'Ue

Per la terza volta in nove mesi i greci sono chiamati a votare per le elezioni politiche. Da Tsipras a Nea Demokratia, da Alba Dorata al Pasok: ecco tutti i protagonisti.

IL FAVORITO: ALEXIS TSIPRAS - Nonostante i sondaggi lo diano in calo, il favorito è ancora lui, il premier uscente Alexis Tsipras. I suoi propositi rivoluzionari, pronunciati prima e dopo l'elezione dello scorso inverno, sono in stati in larga parte disattesi. Ad aver deluso anche molti dei suoi sostenitori l'accordo molto pesante per Atene raggiunto e sottoscritto con l'Ue pochi giorni dopo il referendum che aveva bocciato la prima, più morbida, versione. Tsipras ha sperperato il capitale di consensi, soprattutto fra i giovani, e gli ultimi sondaggi lo danno testa a testa con il partito di centro destra, Nuova Democrazia, principale avversario. In ogni modo Tsipras ha detto no a un governo di coalizione con Nuova Democrazia e spera di intercettare il consenso del 17% degli indecisi.

IL RIVALE: NEA DEMOKRATIA - Secondo gli ultimi i sondaggi il partito dei conservatori avrebbe addirittura sorpassato Syriza. Ancora sono molti gli indecisi ma intanto il leader del partito Vangelis Meimarakis, 61 anni, ex ministro della Difesa (dal 2006 al 2009), presidente del parlamento dal 2012 al gennaio del 2015 può sognare lo sgambetto a Tsipras. Con 76 deputati, Meimarakis ha dichiarato di volere tendere la mano a Syriza per formare un governo di coalizione, in caso di vittoria, per avere una maggiore forza negoziale di fronte ai creditori internazionali, ma Tsipras pare intenzionato, nel caso, a ritrarla.

I TERZI INCOMODI - Sono numerosi i partiti di medie e piccole dimensioni nel panorama del voto greco. Tra questi c'è l'Unità Popolare (Lae), i ribelli che hanno deciso di lasciare il partito di Tsipras dopo l'accordo sul piano di salvataggio. I sondaggi li danno al 5%, percentuale che gli permetterebbe comunque di entrare in parlamento. Vogliono annullare il piano di salvataggio, recuperare il potere d’acquisto di salari e pensioni. E per farlo sono pronti anche a uscire dall'euro. Il candidato premier è l’ex comunista Panagiotis Lafazanis, che nel governo Tsipras era il ministro dell’Energia. Significativo anche il ruolo che potrebbe giocare il To Potami, il Fiume, partito guidato dal giornalista Stavros Theorodakis. I sondaggi gli attribuiscono una percentuale di voti compresa tra il 4 e il 7%, esito che potrebbe rendere To potami il partito con cui allearsi per formare la coalizione di governo. Theodorakis, europeista convinto, ha detto di essere pronto a scendere a patti con il diavolo per garantire stabilità e non andare a nuove elezioni. C'è poi il Pasok, il partito socialdemocratico greco, storica compagine di governo che ha diretto la Grecia negli ultimi decenni. Non dovrebbe andare al di là del 4% dei voti.

GLI ESTREMISTI - C'è molta attenzione intorno alle ali più estreme. Il Partito Comunista guidato da Dimitris Koutsoumbas prova a migliorare il risultato dello scorso gennaio, quando aveva ottenuto 15 deputati. Dall'altra parte c'è Alba Dorata, il partito xenofobo, razzista e antieuropeista che potrebbe confermarsi la terza forza politiva del Paese.

LE CONSEGUENZE PER L'UE - Di certo non mancheranno le conseguenze sull'Unione Europea. Il voto greco inciderà in maniera molto forte sui futuri rapporti tra Atene e Bruxelles. Le istituzioni comunitarie tifano per un successo dei conservatori e magari in un governo di larghe intese che possa applicare le misure necessarie al rilancio del Paese. Una seconda vittoria di Tsipras, invece, sarebbe malvista visto che il leade di Syriza è considerato inaffidabile. Il giorno dopo le elezioni, comunque vada, qualcosa cambierà.