Affari Europei
Il governo Hollande taglia le Regioni. Niente risparmi, cresce il malcontento

Il governo Hollande l'aveva venduta come una riforma epocale per la Francia, un provvedimento capace di semplificare la vita dei cittadini e ridurre la spesa pubblica. La riduzione delle regioni entrerà a piano regime con la fine dell'anno, quando si passerà dalle attuali 22 alle 13.
Un giro di vite giustificato, appunto, con la necessità di razionalizzare i costi e il lavoro. Ma ora in molti sollevano il dubbio che si sia trattato solo di un provvedimento di facciata che complicherà la vita dei cittadini. E in Italia non sono in pochi a vedere un parallelo con le provincie nostrane.
Prima di tutto perché i tanto decantati tagli alla spesa non ci saranno, almeno per ora. I dipendenti pubblici non possono essere licenziati e comunque solo il 4% dei dipendenti locali lavora nelle regioni, meno di quelli impiegati nei dipartimenti (19%) e nei comuni (77%).
Ma non è finita qui. Gli amministratori locali avvertono che ci saranno una serie di costi nascosti che faranno lievitare la spesa. Qualche esempio: unificare i sistemi informatici, rendendo compatibili database e programmi. Ma anche integrare uffici differenti, con metodologie di lavoro diverse.
C'è poi la questione semplificazione. I francesi sono molto attaccati al territorio e fieri di esserlo. Ma da 2016 ci saranno regioni che paiono uno scherzo, con quattro nomi, come l'Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorraine. Nomi che difficilmente saranno utilizzati. Inoltre i capoluoghi dovranno decidere come dividersi i compiti e gli uffici e questo comporterà piccole guerre locali e di mezzo, inevitabilmente, ci finiranno i cittadini.