Affari Europei
Irlanda, si vota per le nozze gay. In Ungheria omosessuali perseguitati
Da una parte si vota per lo storico referendum sulle nozze gay. Dall'altra un giovane come Andrea Giuliano viene perseguitato perché è omosessuale. Irlanda e Ungheria sono in questo momento i due volti dell'Ue, uno agli antipodi dell'altro.
IRLANDA, SI VOTA PER IL REFERENDUM - Il conto alla rovescia è finito. L'Irlanda vota lo storico referendum che può farla diventare il primo paese a legalizzare i matrimoni gay tramite una consultazione popolare. Secondo tutti i sondaggi sono in vantaggio i favorevoli, quelli che voteranno sì all'istituzione delle nozze gay, ma il "no" è dato in rimonta nelle ultime settimane. Attori e politici, e persino qualche sacerdote cattolico, è uscito allo scoperto invitando a votare per il sì.
AZIENDE (GENUINAMENTE?) A FAVORE DELLE NOZZE GAY - Molte aziende si sono espresse in tal senso, anche se non tutte lo hanno fatto in modo genuino e, anzi, spesso la cosa si rivela essere solo un'operazione di facciata. Parecchi imprenditori hanno capito che schierarsi a favore delle nozze gay può portare dei benefici al proprio business. Le aziende sono interessate a presentarsi con un'immagine giovane e progressista, e qper questo sono tante quelle che hanno deciso di fare un endorsement per i matrimoni tra persone dello stesso sesso, sperando di ingraziarsi un'ampia e giovane fetta di pubblico. La linea tra interesse sincero e mossa di facciata è molto sottile e in parecchi l'hanno oltrepassata. Solo in pochi si stanno davvero prodigando con sforzi misurati alle dichiarazioni pubbliche.
UNGHERIA: ANDREA GIULIANO PERSEGUITATO PERCHE' GAY - Ma non c'è solo l'Europa che vota un referendum per le nozze gay. C'è anche un'Europa che gli omosessuali li perseguita. Succede per esempio in Ungheria, paese più che mai a rischio liberticidio dopo che il premier Orban ha addirittura paventato il ritorno della pena di morte. L'italiano Andrea Giuliano si trova in Ungheria privato dei diritti civili e di libertà personale perché omosessuale. Il ragazzo è perseguitato e minacciato di morte da un gruppo di estrema destra che raccoglie un terzo del consenso elettorale ungherese.
L'europarlamentare socialdemocratico Daniele Viotti ha denunciato la gravità della situazione, affermando che “è assurdo che accada in Europa. Andrea non è solo un cittadino italiano minacciato di morte per aver esercitato la sua libertà di espressione. Non è solo un cittadino che si impegna quotidianamente per una società più giusta e uguale. Ma è anche un cittadino dell’Unione Europea” scrive Viotti in una lettera inviata al presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, e al primo vice presidente della Commissione Europea Frans Timmermans. La lettera, sottoscritta dalla totalità della delegazione socialista italiana e da tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle e della lista Tsipras, continua difendendo il ragazzo che “ha creduto e continua a credere nel sogno di un’Europa dei popoli, un’Europa culla di civiltà, di tolleranza e di progresso”.