Affari Europei
Juncker scuote l'Europa: "Manca l'Unione. Migranti, sì a quote permanenti"

"In Europa è arrivato il momento della sincerità e non dei discorsi vuoti. L'unione non versa in buone condizioni". Così Jean Claude Juncker ha aperto il suo discorso sullo stato dell'Unione davanti al Parlamento di Starasburgo. "Manca l'unione - ha detto il presidente della Commissione - e manca anche l'Europa".
"SONO UN POLITICO" - Interrotto più volte da interventi fuori microfono, il presidente della Commissione ha ribadito che questo "non è il momento degli affari correnti" ma quello in cui l'Unione dovrà affrontare "i grandi problemi aperti" dell'Unione Europea. "Siamo europei - ha detto -, siamo tutti europei". E a chi gli obiettava di non sentirsi europeo, ha risposto: "Non siete europei? Ben detto, ma non ben fatto". Poi ha aggiunto: "Sono alla guida di un organismo politico, sono un politico. Non un politicante. È finito il tempo del 'business as usual'. Non è il momento dei discorsi ma della sincerità".
MIGRANTI - Parlando della crisi dell'immigrazione, Juncker ha sottolineato che i numeri sono "spaventosi, ma questo non è il momento di avere paura, è il momento di un'azione concertata e della solidarietà". Il presidente ha aggiunto che "è il momento in cui deve prevalere la dignità umana. Tutti noi dobbiamo ricordare che l'Europa è un continente in cui siamo stati tutti, in un qualche momento della storia, dei rifugiati". E' vero che il numero dei rifugiati che giungono in Europa e' "senza precedenti", ma, ha sottolineato Jean-Claude Juncker a Strasburgo, si tratta pur sempre "dello 0,11% della popolazione dell'Unione europea". In Libano, ha ricordato, "rappresentano il 25% della popolazione, un Paese che ha un quinto del nostro livello di benessere".
"DOBBIAMO AIUTARLI" - "Abbiamo i mezzi e gli strumenti per aiutare chi fugge da guerra e oppressione": lo ha detto Jean Claude Juncker, nel suo primo discorso sullo Stato dell'Unione europea, dinanzi al Parlamento di Strasburgo. "L'Europa nonostante le divergenze interne tra gli Stati e' il continente piu' stabile e ricco di tutto il mondo", ha ricordato. "Tutti devono ammettere che questo e' un luogo di pace e stabilita' e ne dobbiamo essere orgogliosi". Juncker ha ricordato che il numero dei migranti arrivati in Europa e' importante ma comunque esiguo in termini percentuali: al momento i rifugiati in Europa rappresentano lo 0,1 per cento della popolazione, mentre in Libano sono il 25% degli abitanti. E ha chiamato in causa i parlamentari direttamente, cercando di farli calare nelle vesti dei singoli profughi: "Non ci sarebbe prezzo che non paghereste per fuggire, non c'e' mare che non cerchereste di attraversare, non c'e' confine che non cerchereste di varcare se alle vostre spalle c'e' l'Isis".
"APPROVARE SUBITO LA RIPARTIZIONE DI 160 MILA RIFUGIATI" - Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha annunciato il piano Ue di accoglienza per ulteriori 120mia rifugiati in Europa (oltre ai 40mila gia' previsti), da ripartirsi in quote obbligatorie tra gli Stati. "Chiedo che venga adottato questo meccanismo", ha detto, nu piano che riguardera' 160mila persone. "Gli europei devono prendersi carico di queste persone, abbracciali e accoglierli. Spero che tutti siano coinvolti, che non ci sia retorica e solo parole, ma che ci sia azioni". "Mi auguro veramente -ha continuato- che lunedi' prossimo i ministri degli Interni dei paesi Ue decidano senza esitazioni la ripartizione di 160 mila persone, ognuno deve fare la sua parte". "Non parliamo di numeri, ma di esseri umani che vengono da Siria e Libia e quello che stanno passando potrebbe accadere a chi oggi vive in Ucraina: non si puo' fare distinzione di credo, etnia o di altro tipo".
"NON ABOLIREMO SCHENGHEN" - Lo spazio di libera circolazione dei cittadini europei Schengen "non sara' abolito sotto il mandato di questa Commissione". Ad assicurarlo e' stato lo stesso presidente dell'esecutivo, Jean-Claude Juncker, durante il suo discorso a Strasburgo.
"PAESI NON SICURI? NIENTE UE" - I Paesi di provenienza dei migranti che dovessero essere esclusi dalla lista di quelli "sicuri" non potranno piu' essere candidati all'ingresso nell'Unione europea. E' il monito del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha parlato di questo aspetto del nuovo piano per una politica comune per gestire l'emergenza immigrazione durante il suo discorso al Parlamento europeo. I migranti provenienti dai Paesi "sicuri" non avranno diritto alla protezione internazionale, ma i Paesi che escono dalla lista "perche' non garantiscono i diritti fondamentali devono sapere che perdono la possibilita' di aderire all'Ue: le due misure procedono in parallelo", ha osservato.
"LA CRISI FINIRA' SOLO CON LA PIENA OCCUPAZIONE" - La crisi economica europea non e' ancora finita: lo sara', secondo il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, solo quando il vecchio continente avra' raggiunto "la piena occupazione". "Finche' ci saranno 23 milioni di disoccupati, la crisi non si potra' dire finita. Mi chiedo perche' un continente cosi' ricco non puo' avere questo obiettivo - ha aggiunto - che considero possibile se solo lo vorremo".