Economia
Manager / Adidas e Puma, rivali di sangue: la storia dei Dassler e l’odio fraterno dietro il successo di due marchi leggendari
Dal sogno condiviso alla faida eterna che diede vita ad Adidas e Puma. Oggi, 75 anni dopo, la possibile vendita del marchio del felino



Due fratelli, due loghi, un odio eterno: come i Dassler hanno diviso lo sport tra Adidas e Puma
Puma è di nuovo in vetrina. Dopo 75 anni di corse, scatti e colpi di scena, il marchio del felino potrebbe cambiare padrone. Si parla di una possibile vendita, una mossa che riapre vecchie ferite e che inevitabilmente riporta a galla la genesi di una delle rivalità più leggendarie del capitalismo moderno: quella tra i fratelli Dassler.
Perché dietro ogni felpa, ogni paio di sneakers con il logo del puma, c’è un rancore mai sopito, nato in un piccolo borgo della Baviera, Herzogenaurach, che porta inciso nel nome stesso il destino di una faida. “Herzog” è duca, “genau” esattamente, “Rach” vendetta: insomma, “esattamente la faida del Duca”. E infatti quella vendetta ha marchiato un’intera città e ha spaccato in due il mondo dello sport.
Tutto comincia nel 1924, quando Adolf “Adi” Dassler, genio silenzioso delle calzature sportive, mette in piedi con il fratello maggiore Rudolf “Rudi” una fabbrica di scarpe: la Gebrüder Dassler Schuhfabrik. Un binomio perfetto, almeno sulla carta. Adi produce, Rudi vende. Il loro sogno è ambizioso: calzare i piedi dei più grandi atleti.
L’occasione d’oro arriva nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino. Adi scommette tutto su Jesse Owens, lo sprinter afroamericano che con quattro ori metterà in ginocchio la propaganda nazista. Rudi non è d’accordo, vorrebbe puntare solo sui tedeschi. Vince la visione di Adi, ma il primo seme della discordia è piantato.
Poi la guerra. La fabbrica viene requisita e costretta a produrre armi per il regime. Alla disfatta del Reich, gli americani vogliono distruggerla, ma Adi si gioca la carta vincente: mostra la foto di Owens con le scarpe Dassler. I soldati americani, colpiti, risparmiano l’azienda. È il colpo di genio che lo salva, ma la spaccatura con Rudi è ormai insanabile.
Nel 1947 arriva la separazione definitiva. Adi fonda Adidas, combinando il soprannome e il cognome (Adi + Das). Rudi crea inizialmente la Ruda, ma il marchio non convince. Poco dopo sceglie di rilanciare con il suo soprannome: nasce Puma. E' il 12 marzo 1948. Da quel momento, Herzogenaurach si trasforma in un campo di battaglia. La città si divide in due: chi compra Adidas non mette piede in un negozio Puma e viceversa. Persino il barbiere e il panettiere scelgono la loro parte.
Una rivalità talmente feroce da superare ogni logica commerciale, eppure capace di spingere entrambi i brand a conquistare il mondo. Adidas diventa il colosso delle tre strisce, Puma il marchio del felino agile e aggressivo. In comune, una sola cosa: i due fratelli non si parleranno mai più. Nemmeno davanti alla morte. Rudolf Dassler muore il 27 ottobre 1974 a 76 anni. Adolf Dassler lo segue quattro anni dopo, il 6 settembre 1978, a 78 anni. Entrambi vengono sepolti nello stesso cimitero di Herzogenaurach, ma agli estremi opposti, lontani il più possibile l’uno dall’altro. Non si erano mai riconciliati in vita, e così nemmeno nella morte.
Ora la storia sembra chiudere un cerchio. Puma, nata come atto di vendetta fraterna, torna sul banco delle trattative. E tra i rumor spunta un paradosso: a metterci le mani potrebbe essere proprio la “sorella-nemica” Adidas. E chissà se, nell’aldilà, Adi e Rudi si staranno scambiando un’ultima occhiata di sfida, perché in fondo la loro faida non è mai finita, si è solo trasformata in business.