Migranti, accordo Ue-Ankara. Rientri, fondi, visti: tutti i punti - Affaritaliani.it

Affari Europei

Migranti, accordo Ue-Ankara. Rientri, fondi, visti: tutti i punti

L'accordo tra Ue e Turchia è adottato all'unanimità: lo ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: raggiunto "ora un accordo unanime tra i capi di Stato e di governo dell'Ue e il premier turco sulla dichiarazione Ue-Turchia" per la gestione della crisi dei migranti, ha postato. A partire dal 20 marzo, inizieranno le procedure affinché tornino in Turchia tutti i migranti irregolari in viaggio verso le isole greche. Ma i ritorni veri e propri "cominceranno a partire dal 4 aprile", ha chiarito Angela Merkel dopo la conclusione del vertice. La cancelliera ha anche precisato che "solo Ungheria e Slovacchia si sono dette non disponibili al piano di ricollocamenti dei rifugiati bloccati in Grecia".

Tusk, dopo nuove negoziazioni con il premier turco Ahmet Davutoglu, ha chiesto ai leader europei di sottoscivere un nuovo testo, dato che ieri sera i 28 leader avevano sospeso i lavori del vertice poco dopo la mezzanotte senza arrivare a un accordo condiviso. "È un giorno storico", ha commentato il rappresentante di Ankara.

"L'accordo raggiunto rispetta i requisiti che ci eravamo dati - ha detto in conferenza stampa, il premier italiano, Matteo Renzi -. C'è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell'Europa. La nostra posizione era sì all'accordo, ma non a tutti i costi, abbiamo ottenuto questo principio, adesso vedremo di lavorare per fare in modo che tutto vada nel miglior modo possibile. Alle parole ora devono seguire i fatti". Il capo di Palazzo Chigi ha sottolineato che "nelle conclusioni raggiunte oggi dal Consiglio Ue c'è un esplicito riferimento alla Libia e all'Africa, che noi abbiamo messo al centro come priorità assoluta, in termini di cooperazione internazionale: se vogliamo aiutarli a casa loro, dobbiamo capire che la strada è quella della cooperazione". E ha chiarito: "L'accordo con la Turchia è frutto di un lungo negoziato, vedremo se sarà applicato, l'auspicio naturalmente è tutto. Lo stesso approccio dovrà valere con i paesi del Nord Africa". Il presidente nel Consiglio ha insistito sulla necessità di un'azione congiunta dei Paesi europei. E l'Italia ora cosa può dire? "Oggi l'attenzione è stata sancita e certificata: naturalmente ora c'è tantissimo da fare", ha ribadito il premier.

I termini dell'accordo. Ankara accetta il principio che tutti i migranti (che siano rifugiati o persone in cerca di lavoro non ha alcuna importanza) che vanno in Grecia torneranno in Turchia. Per ogni migrante tornato indietro, il governo turco invierà un migrante siriano nella Ue. È il meccanismo che viene ritenuto unanimemente in grado di scoraggiare i viaggi nell'Egeo. Nel testo si prevede anche un'accelerazione dei primi 3 miliardi di euro ad Ankara e l'apertura del capitolo negoziale 33 (quello che riguarda il budget) per l'adesione della Turchia all'Ue. "È esclusa ogni forma di espulsione collettiva" e saranno "rispettati gli standard internazionali" ed "il principio di non respingimento", si legge nel testo.

Adesione della Turchia a Ue. Nuovo passo per adesione a giugno. L'apertura di un nuovo capitolo negoziale per l'adesione della Turchia all'Ue dovrà avvenire "durante la presidenza olandese", ovvero entro il 30 giugno. La Commissione Ue "presenterà una proposta" per l'apertura del capitolo 33 "ad aprile", si legge nella dichiarazione congiunta Ue-Turchia. È concordato che "il lavoro preparatorio per l'apertura di nuovi capitoli continuerà ad un ritmo accelerato, senza pregiudizio per gli Stati membri", si aggiunge.

Davutoglu ottimista. "Sono sicuro che raggiungeremo gli obiettivi" aveva detto al suo arrivo a vertice il primo ministro turco, prima di vedere Donald Tusk, Jean Claude Juncker e Mark Rutte che gli hanno presentato la proposta della Ue.

Davutoglu ha voluto precisare che l'offerta di Ankara per un accordo con l'Unione europea non ha nulla a che vedere con un "mercanteggiamento". "Per la Turchia - ha aggiunto Davutoglu - la questione dei rifugiati non ha a che fare con il mercanteggiamento, si tratta piuttosto di una questione di valori, tanto umanitari che europei".

Il monito di Erdogan. Meno distesi, rispetto a Davutoglu, i toni usati stamani dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che non ci sta a prendere lezioni dall'Europa: "Guardi ai suoi limiti, prima di dire alla Turchia cosa fare sui migranti". In un intervento in televisione, il presidente ha anche accusato i Paesi europei di avere un atteggiamento ambiguo nei confronti dei terroristi e li invita a smetterla con il sostegno ai curdi del Pkk. "Nonostante la realtà degli attacchi contro la Turchia - dice Erdogan, riferendosi ai recenti attentati - i Paesi europei non danno peso a questi fatti, come se ballassero in un campo minato". Il presidente turco ha puntato il dito in particolare contro il Belgio, dicendo che ad alcuni sostenitori del Pkk è stato permesso di piantare tende e manifestare con bandiere curde vicino alle sedi Ue a Bruxelles in concomitanza con il vertice con la Turchia. E ha avvertito: "Non c'è motivo per cui la bomba che è esplosa ad Ankara non possa esplodere a Bruxelles o in altre città europee. Il serpente con cui state dormendo può mordervi in qualunque momento".

Questione legale. La cosa più complessa risulta quella di conciliare decine di migliaia di rimpatri forzosi con il rispetto dei diritti stabiliti dalla Convenzione di Ginevra. Il meccanismo perciò è stato trasformato. Se inizialmente, al vertice del 7 marzo scorso, si era ipotizzato un rimpatrio di massa in Turchia per poi provvedere da lì a stabilire chi doveva tornare in Europa e chi no, il meccanismo ora si è di molto ammorbidito: saranno rimpatriati i "migranti irregolari" dalla Grecia verso la Turchia, ma le domande di asilo per quelli che arrivano sulle isole greche saranno valutate dalle autorità europee e ad essere rimpatriati saranno solo quelli che non faranno domanda o che riceveranno una risposta negativa. È stata inserita nel testo anche la parola "individuali" in relazione ai rimpatri, per specificare che ogni caso sarà valutato singolarmente e allontanare l'idea di operazioni di massa.

Problema Cipro. Il presidente cipriota, Nicos Anastasiades, è soddisfatto dell'ultima bozza di accordo, ha fatto sapere una fonte diplomatica. In precedenza, Cipro aveva minacciato di porre il veto per bloccare l'intesa se Ankara non aprirà i suoi porti e aeroporti ai collegamenti con l'isola.

IL RINVIO DI TUTTI I MIGRANTI "Tutti i nuovi migranti irregolari in viaggio dalla Turchia verso le isole greche saranno riportati in Turchia": è una misura "temporanea e straordinaria" con lo scopo di mettere fine ai pericolosi viaggi nell'Egeo e rompere il modello di business creato dai contrabbandieri. Per fare in modo che il ritorno dei richiedenti asilo non violi il diritto internazionale, l'accordo garantisce che qualsiasi domanda d'asilo sarà esaminata singolarmente sulle isole greche, il che richiederà un allestimento logistico importante. Torneranno coloro che non presenteranno la domanda o quelli la cui domanda sarà ritenuta irricevibile. Gli europei, per legittimare sul piano giuridico l'irricevibilità delle richieste d'asilo che saranno presentate in Grecia, si baseranno essenzialmente sul principio del "Paese terzo sicuro". Quando la Grecia avrà riconosciuto questo status alla Turchia, l'Ue ritiene che i rinvii saranno legali, nella misura in cui i candidati potranno beneficiare della protezione internazionale che meritano. "La Turchia e la Grecia, assistiti dall'Unhcr e dall'Ue, prenderanno le misure necessarie" per permettere questa procedura, tra le quali la presenza di funzionari turchi sulle isole greche. "I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall'Ue".

'UNO PER UNO' "Per ogni siriano tornato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia verso l'Ue", afferma il progetto di accordo; e sarà "data priorità" ai migranti che non abbiano tentato di entrare in modo irregolare nell'Ue. Per rassicurare gli Stati membri più riluttanti, il progetto prevede un plafond di 72mila posti offerti, nel contesto degli impegni già assunti dai Paesi europei, ma non ancora realizzati. "Se il numero dei ritorni supererà queste cifre", il meccanismo "dovrà essere rivisto", si legge senza ulteriori dettagli. L'Ue si impegna inoltre a lungo termine a un piano europeo di reinsediamento, sulla base degli impegni volontari da parte degli Stati membri

LA LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI Una delle contropartite per Ankara sarebbe "l'accelerazione" della "tabella di marcia" per consentire l'esenzione dei visti per i cittadini turchi in Europa, "al più tardi entro la fine di giugno 2016". Ma Ankara deve soddisfare i 72 criteri specifici previsti (il che rende piuttosto improbabile tale prospettiva)

ASSISTENZA FINANZIARIA L'Ue si è impegnata ad accelerare il versamento dell'aiuto di 3 miliardi di euro gia' promesso alla Turchia per migliorare le condizioni di vita dei 2,7 milioni di rifugiati che ospita. "Quando queste risorse saranno sul punto di essere completamente esaurite", l'Ue darà "un aiuto finanziario aggiuntivo nel limite di 3 miliardi di euro supplementari fino alla fine del 2018".

L'ADESIONE ALL'UE Questa era una delle 'linee rosse' poste da Cipro: la promessa di aprire rapidamente nuovi capitoli di negoziato nel processo di adesione della Turchia. Per aggirare la minaccia di veto di Nicosia, il progetto di accordo è sufficientemente vago da non suscitare malumori: "L'Ue preparerà la decisione di aprire nuovi capitoli di negoziati di adesione il più presto possibile".