Affari Europei
Migranti, se non ci sarà solidarietà "a rischio anche Schengen"

La Commissione europea sta difendendo con le unghie e con i denti la sua proposta per il ricollocamento di 40 mila richiedenti asilo all'interno dell'Unione europea. E le motivazioni non vanno certe ricercate in un moto di affetto di Bruxelles nei confronti di Roma. Il fatto è che la Commissione sa bene di trovarsi davanti ad un bivio: o passa la redistribuzione o vinceranno i particolarismi nazionali e l'intero impianto dell'Unione rischia di vacillare.
Se il piano della Commissione europea sull'immigrazione non verrà approvato dagli Stati "al più presto, si rischia l'inizio della fine dell'integrazione europea". A quel punto, secondo un alto responsabile della Commissione, il passo successivo potrebbe essere "la messa in discussione di Schengen". E se viene messo in discussione il principio della libera circolazione dei cittadini europei all'interno del Vecchio continente allora tutto è possibile.
"Gli interessi politici nazionali non dovrebbero prevalere sulle decisioni importanti per l'Europa", ha aggiunto l'esponente comunitario, dicendosi però "ottimista" sull'esito della discussione fra i ministri degli Interni martedì prossimo a Lussemburgo. "Credo che la maggioranza sia a portata di mano, soprattutto se la Spagna capisce che se lo schema di redistribuzione dei migranti diventa volontario ha solo da perdere".
Quanto ai paesi dell'Est e baltici, "la diplomazia della Commissione sta spiegando loro che lo schema della redistribuzione varrebbe anche per loro in caso di un aggravamento della crisi in Ucraina". In ogni caso, secondo la fonte "se la redistribuzione diventasse volontaria, il sistema non funzionerebbe".