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Affari Europei
Panzeri: “Ad Istanbul l'Isis ha voluto colpire l'Europa”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Panzeri, ieri un'esplosione ad Istanbul ha ucciso dieci turisti, tutti tedeschi. Come legge questo attacco?
“Si possono solo fare delle supposizioni sulle finalità. In quell'area abbiamo già avuto degli attentati che pero hanno sempre coinvolto la minoranza curda. Prendere come obiettivo dei turisti significa voler colpire l'Europa e cercare di isolare la Turchia, che con l'Europa ha un rapporto stretto ed é un membro importante della Nato”.

Di questo attentato non ci sono state rivendicazioni da parte di Isis. Crede che ci possa essere qualcun altro dietro?
“Io non credo. La bomba ad Istanbul sta avendo due effetti. Prima di tutto generare negli europei un senso di paura, di guerra al confine. In secondo luogo di destabilizzazione dell'area, di cui la Turchia é la potenza di riferimento. L'obiettivo primario di Daesh é proprio generare il caos e il crollo dei confini nazionali cosi come li conosciamo. Per questo é molto probabile che siano stati loro”.

Qual é l'atteggiamento della Turchia verso al Baghdadi?
“Ankara ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo verso l'Isis. Mosca accusa Erdogan di fare affari nel commercio del petrolio, mentre altri parlano di finanziamenti e protezione. E' indubbio che alcuni interessi di Ankara siano convergenti rispetto a quelli dello Stato islamico, ma questo non mette al riparo la Turchia dalla strategia destabilizzatrice di Daesh”.

L'Unione europea ha stretto con Ankara un accordo di cooperazione sul fronte dei migranti. La Turchia si é assunta la responsabilità di frenare il flusso di uomini in cambio di aiuti per tre miliardi di euro e di una apertura sui visti per i suoi cittadini. Che cosa accadrà ora?
“Prima di tutto dobbiamo dire che anche se l'accordo é stato firmato, siamo lontani dalla sua implementazione. Gli Stati Ue non si sono ancora messi d'accordo su chi debba aprire il portafogli e da parte sua la Turchia non sta facendo nulla per fermare i profughi. E infatti il flusso di migranti é costante. Detto questo una Turchia destabilizzata sarà meno efficace nel gestire l'emergenza”.

Esiste un parallelo con la Tunisia? Gli attacchi al Museo del Bardo avevano come scopo quello di distruggere il settore del turismo e indebolire il governo democraticamente eletto...
“No, non credo. Per la Tunisia il turismo é la colonna portante dell'economia. Per la Turchia invece é solo una parte del Pil. Ma colpire il turismo significa fermare il flusso di persone con l'Europa, significa isolare il Paese e impaurire il Vecchio Continente”.

Quale deve essere la strategia dell'Unione europea per scardinare questo piano di Daesh?
“Prima di tutto occorre che si stabilisca una linea comune di azione. Non si può pensare di affrontare un problema cosi complesso con ventotto politiche estere differenti. E su questo punto l'Ue ha dato dimostrazione di non avere ancora una unita di intenti”.

Non basta che Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna si mettano d'accordo?
“Certamente una condivisione di vedute tra i Paesi più importanti d'Europa é importante, ma non é sufficiente. L'Europa in questo momento deve dimostrare di saper essere unita”.

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antonio panzeriisisistanbuleuropa





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