Affari Europei
Prezzi alle stelle per l'anti epatite. La speranza Ue arriva da Bucarest
50 mila euro per il farmaco. La Romania vuole una nuova legge

Quasi 600 mila persone sono malate di epatite C in Romania. E non hanno i soldi per curarsi. Già, perché i tentativi di introdurre una licenza obbligatoria per la vendita dei medicinali necessari sono naufragati. Così il prezzo resta proibitivo per (quasi) tutti: 50 mila euro.
Il progetto delle licenze è andato a monte a causa di giochi e diatribe politiche, mandando in fumo la speranza di tanti malati di riuscire a curarsi senza dover provare a vendere la casa. La Romania poteva diventare il primo Paese Ue a utilizzare la strategia delle licenze obbligatori per bypassare i brevetti delle case farmaceutiche per i farmaci in grado di curare l'epatite C.
Romania sarebbe stata il primo paese UE a utilizzare la strategia per bypassare i brevetti casa farmaceutica per i farmaci da epatite C. Il principio delle licenze obbligatorie sarebbe tra l'altro riconosciuto anche da molti paesi Ue che però raramente lo applicano.
Il caso dell'epatite C tocca anche l'Italia. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Epac, a giugno erano solo 600 i soggetti che hanno ricevuto il farmaco nel nostro paese, su un totale di circa 50 mila pazienti gravemente malati. Questo a causa dell'elevatissimo prezzo. Il sofosbuvir, data la sua provata efficacia sia da solo che in associazione con altri principi, è stato incluso tra quelli rimborsabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ma i 37mila euro necessari per il trattamento di ogni singolo paziente, frutto di una trattativa tra AIFA e Gilead, rappresentano un costo elevato per le casse delle varie Regioni che, di conseguenza, erogano la terapia con il contagocce, adducendo anche il ritardo nella ricezione dei fondi stanziati dal Ministero della Salute. E nel frattempo tanti malati, in Romania, Italia e non solo, continuano a morire.